Innovazioni agricole, un’evoluzione continua

Innovazioni agricole, un’evoluzione continua

Le tecnologie agricole potenziano il Made in Italy alimentare

07 Otttobre 2019 - Tempo di lettura 6 min

In materia di innovazioni agricole, una ricerca dell’Osservatorio Smart AgriFood ha messo in luce come il digitale e l’innovazione tecnologica siano le chiavi per il futuro di questo settore. Le tecnologie agricole entrano nella filiera agrifood con soluzioni che aumentano la competitività dell’intero settore e che migliorano qualità e la tracciabilità del Made in Italy alimentare. Sono già 133 le soluzioni tecnologiche per la tracciabilità presenti sul mercato italiano e il 44% delle aziende agricole innovative che le hanno adottate ha migliorato efficienza ed efficacia, riducendo tempi e costi.

Le innovazioni agricole 4.0 sono orientate soprattutto all’agricoltura di precisione con l’applicazione di software agronomici e, in misura minore, all’agricoltura interconnessa, il cosiddetto Internet of Farming.

La crescente offerta tecnologica spinge quindi il mercato dell’agricoltura 4.0 verso una rapida e continua espansione, tanto che nel 2018 il settore ha raggiunto un valore tra i 370 e i 430 milioni di euro con un incremento del 270% in un solo anno, pari a circa il 5% di quello globale e il 18% di quello europeo, un mercato generato da oltre 110 aziende agricole innovative fornitrici, tra player affermati e startup.

Aziende agricole innovative

Le tecnologie dell’agricoltura di precisione (che sfrutta Internet of Things e Big Data Analytics) e quelle dell’agricoltura interconnessa (il cosiddetto Internet of Farming) costituiscono l’Agricoltura 4.0 che, attraverso l’analisi incrociata di fattori ambientali, climatici e colturali, consente di stabilire il fabbisogno irriguo e nutritivo delle coltivazioni, prevenire patologie, identificare infestanti prima che proliferino, compiere interventi mirati, risparmiare tempo e risorse, incidere sulla qualità dei prodotti, oltre a migliorare la resa delle coltivazioni e le condizioni di lavoro. Una quantità di dati che devono essere letti e organizzati. Coltivare dati per raccogliere valori. La gestione del dato è l’elemento chiave dell’agricoltura 4.0. Ma deve tradursi in informazione e quindi in valore aggiunto. Da qui l’importanza dei software agronomici per l’analisi di questi dati specifici. Uno dei problemi è infatti la capacità di leggerli, armonizzarli e standardizzarli, in quanto arrivano da diverse fonti. Ecco perché, avvertono i ricercatori dell’Osservatorio, occorre investire sulla formazione, oltre che sul superamento degli ostacoli all’innovazione.

In merito alle innovazioni, secondo l’Osservatorio Smart AgriFood circa l’80% delle tecnologie agricole offerte è applicabile in fase di coltivazione e solo il 12% in quella di pianificazione. La grande maggioranza delle soluzioni, il 73%, sfrutta dati e analytics, il 41% l’Internet of Things e il 57% sistemi software di elaborazione e interfaccia utente. La maggior parte delle soluzioni (50%) è utilizzabile a prescindere dal settore agricolo, mentre il 27% è specificamente rivolto all’ortofrutticolo, il 25% al cerealicolo, il 16% al vitivinicolo. In termini di attività, il 48% delle soluzioni abilita mappatura e monitoraggio di terreni e coltivazioni, il 42% monitoraggio e controllo del movimento e delle attività di macchine e attrezzature in campo e il 35% irrigazione e fertilizzazione mirata. Per quanto riguarda la capacità di ottenere finanziamenti, se a livello mondiale è l’agricoltura di precisione a raccoglierne di più (37%), in Italia questo comparto è al secondo posto (35% dei fondi), preceduto dalla sostenibilità ambientale che riesce a farne suoi la metà.

Le startup agricole

Sono 500 le startup agricole internazionali, nate dal 2011 ad oggi, che offrono soluzioni digitali al settore agroalimentare censite dall’Osservatorio. Di queste il 12% sono italiane. Ben 218 sono orientate all’e-commerce. L’area con la maggior presenza di startup è costituita dagli Stati Uniti con il 37%. Dopo gli Stati Uniti i Paesi più virtuosi per capacità di convogliare finanziamenti sulle aziende agricole innovative sono Regno Unito (19%), Germania (12%), Cina (8%) e Israele (2%). L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di startup, ma incide solo per l’1% sul totale dei finanziamenti ricevuti dalle nuove imprese, con solo 25,3 milioni di euro. Tra i settori più rilevanti spicca l’ortofrutticolo, con il 17% delle startup internazionali. L’agricoltura di precisione e la qualità alimentare sono gli ambiti applicativi più esplorati e più interessanti per gli investitori. Anche in Italia il settore più importante è l’ortofrutticolo (14% delle start up agricole italiane), seguito dal vitivinicolo (9%) e dal cerealicolo (7%). Qualità e sostenibilità ambientale sono l’ambito in cui sono più attive, con il 50% dei finanziamenti raccolti, seguito da agricoltura di precisione (35%) e qualità alimentare (29%).

Gli ambiti di interesse delle startup agricole

L’e-commerce è il principale ambito di interesse delle startup, con il 65% delle aziende agricole innovative internazionali attive e un’incidenza sui finanziamenti pari all’84% del totale. Seguono le startup Food Delivery, piattaforme che mettono a confronto le offerte e consentono di ordinare piatti e gli Aggregatori, piattaforme mirate a favorire lo scambio di informazioni, di prodotti e di attrezzature agricole. Quasi un quarto delle startup, invece, opera nell’ambito dell’Agricoltura 4.0. Qui emergono soprattutto le soluzioni digitali per il redatto dalle 5 agenzie delle Nazioni Unite coinvolte nella sfera della nutrizione (FAO - IFAD - WFP- UNICEF- OMS). Questo dato evidenzia quanto sia estremamente arduo raggiungere l’obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG) 2, che prevede l’azzeramento della fame nel mondo entro il 2030.

Il rapporto di quest’anno introduce un nuovo indicatore per misurare l’insicurezza alimentare a diversi livelli di gravità e monitorare i progressi verso l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 2: la prevalenza della insicurezza alimentare moderata o grave. Secondo il rapporto, oltre 2 miliardi di persone – che vivono in massima parte nei paesi a basso e medio reddito – non hanno una nutrizione sana, non possiedono quindi un accesso sicuro e regolare ad alimenti salubri, nutrienti e sufficienti.