Allianz Trade Export Forecast: la tendenza al rialzo si è fermata

23 agosto 2023
  • Ad agosto l’Allianz Trade Export Forecast si attesta a -1.26 punti, contro i -0.79 di maggio. La tendenza alla ripresa si è bruscamente arrestata.
  • Dopo un primo trimestre molto positivo, il commercio estero svizzero ristagna.
  • La dinamica inflazionistica si è notevolmente attenuata.

Wallisellen, 23 agosto 2023 – Ad agosto 2023 l’Allianz Trade Export Forecast segna -1.26 punti, ovvero 0.47 punti in meno rispetto a tre mesi fa. La tendenza al rialzo si è dunque interrotta. Tuttavia, gli ultimi dati suggeriscono che potremmo aver toccato il fondo. Nel secondo trimestre l’inflazione è scesa, ma il franco forte e le aspettative negative sulla produzione continueranno a creare problemi al commercio estero nei prossimi mesi.

La tendenza al rialzo dell’Allianz Trade Export Forecast osservata dalla fine del 2022 si è interrotta. A giugno l’indicatore anticipatore del comparto svizzero dell’export è addirittura sceso a un nuovo record negativo annuo di -1.40 punti. Di recente c’è stato un miglioramento e all’inizio di agosto l’indicatore si è attestato a -1.26 punti, ma l’Allianz Trade Export Forecast rimane comunque chiaramente in territorio negativo. Nel confronto a lungo termine si preannuncia quindi una crescita inferiore alla media, cosa che avrà ripercussioni sull’industria svizzera delle esportazioni nei prossimi mesi.

«Solo tre mesi fa notavamo con sollievo una dinamica inversione di tendenza nell’Allianz Trade Export Forecast», osserva Jan Möllmann, CEO di Allianz Trade Svizzera. «Purtroppo questa tendenza si è interrotta bruscamente. Di positivo c’è, a mio avviso, che i mercati del lavoro sono ancora solidi e di conseguenza permane la fiducia dei consumatori e la propensione a fare acquisti continua a essere forte». 

Tendenze recessive nell’industria

L’indice PMI dei mercati svizzeri di esportazione ponderato per il commercio segna 46.6 punti, ovvero 1.5 punti in meno rispetto a tre mesi fa. Come per l’indice Forecast, a luglio si è registrata anche qui un’inversione di tendenza che non si è osservata invece per altri indicatori. Secondo il Business Climate Index, le aspettative di produzione delle imprese industriali dell’Unione Europea sono le più basse dal giugno 2020. Anche l’indice PMI per l’industria svizzera mostra un forte calo: con 38.5 punti ha raggiunto infatti il livello più basso dall’aprile 2009. La produzione è generalmente diminuita e il portafoglio ordini in calo non fa presagire una ripresa immediata.

Mercati finanziari più spensierati

«L’aspetto interessante», afferma Jasmin Groeschl, Senior Economist per l’Europa di Allianz SE, «è che, nonostante l’aumento dei tassi d’interesse e i chiari segnali di rallentamento nell’industria, molte blue chip dei mercati finanziari sono vicine ai massimi storici». Probabilmente gli investitori pensano che la crisi economica sarà superata in fretta. Noi di Allianz Trade prevediamo una crescita più moderata per la Svizzera, pari allo 0.8% per il 2023 e all’1.7% per il 2024». La Segreteria di Stato per l’Economia (SECO) stima una crescita del PIL reale dell’1.1% nel 2023 e dell’1.5% nel 2024.

La dinamica dell’inflazione si è chiaramente attenuata

In Svizzera il tasso dell’inflazione nel 2022 è stato pari al 2.8%, valore superiore alla media. Il rincaro è salito al 3.2% nel primo trimestre del 2023, ma è sceso al 2.1% nel secondo. A luglio era pari all’1.6%. La Svizzera protegge i propri agricoltori imponendo dazi all’importazione di prodotti agricoli stranieri. Questo consente di stabilizzare i prezzi del settore ma genera un rincaro. Nonostante il franco forte, i beni importati sono significativamente più economici rispetto all’anno scorso. Tuttavia, un franco forte comporta dei rischi per l’economia di esportazione, in quanto rende le esportazioni svizzere molto più costose in un contesto in cui la domanda globale si sta indebolendo in modo significativo a causa delle incertezze, dell’inversione dei tassi di interesse di molte banche nazionali e del persistere di un’inflazione elevata.

Stagnazione del commercio estero svizzero dopo un ottimo primo trimestre 2023 

Caratterizzato da un aumento dei prezzi, il commercio estero svizzero ha visto nel primo trimestre del 2023 un incremento sia nelle esportazioni che nelle importazioni. Una tendenza che tuttavia nel secondo trimestre si è arrestata. Al netto degli effetti stagionali e dell’inflazione, le esportazioni si sono attestate al 2.8%, dopo che nel primo trimestre erano aumentate del 3.2%. Con un calo del 5.4%, le importazioni sono scese per il terzo trimestre consecutivo. Nel secondo trimestre il surplus commerciale è stato di 9.9 miliardi di franchi. L’andamento delle esportazioni e delle importazioni è stato caratterizzato da un calo del 3.0% delle esportazioni nel settore chimico-farmaceutico. Il comparto degli orologi ha raggiunto un nuovo record con un aumento del 2.5%. Tutti gli altri gruppi di prodotti hanno registrato una contrazione delle vendite nel secondo trimestre del 2023. Nello stesso periodo, la Svizzera ha venduto meno beni, dal punto di vista del valore, in Nord America (-4.8%), Europa (-1.2%) e Asia (-3.0%). 

Le importazioni dal Nord America, dall’Asia e dall’Europa sono diminuite. Dieci dei dodici gruppi di materie prime hanno registrato un calo. Anche in questo caso, il settore dei prodotti chimico-farmaceutici è stato particolarmente colpito, con una flessione di 1.3 miliardi di franchi. Il settore aerospaziale, invece, ha registrato un aumento dell’11.5% (+32.1% in termini reali).

 

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