Intervista Sara Santori ceo NUVOLARI

LA RESILIENZA E LA RIPARTENZA DEL MADE IN ITALY

Intervista a Sara Santori, CEO Conceria Nuvolari

18 Novembre 2021

Conceria Nuvolari è nata in un periodo storico molto difficile e ne ha appena attraversato un altro.
Cosa rende l’azienda capace di superare i momenti di difficoltà?

 

Senz’altro direi la resilienza, nel senso che l’azienda ha una struttura molto flessibile perché in realtà fa ricorso, fin da quando è stata costruita, sia ai servizi che risorse esterne, con un approccio multidisciplinare e multi personale, per cui i costi fissi sono estremamente ridotti e questo permette all’azienda di adattarsi alla richieste del mercato, sia in situazioni di espansione ma soprattutto in situazioni di crisi.

 

Qual è oggi, dopo la pandemia, lo stato di salute del settore conciario?

 

La conceria in generale, come industria, ha sofferto molto inizialmente a seguito del Covid perché addirittura per le normative le concerie sono state proprio chiuse nel periodo Covid e questo ha determinato un importante calo dei volumi, che tutt’oggi non sono ancora tornati ai numeri del 2019, anche se c’è stata sicuramente una ripresa però non siamo ancora ai numeri del 2019. Le prospettive sono positive, soprattutto ultimamente perché si è creata la possibilità di intercettare le posizioni americane e dell’est asiatico che stanno tornando in Europa dopo le delocalizzazioni che c’erano state. Tornano quindi le produzioni sia di chi aveva delocalizzato e arrivano anche le produzioni di chi produceva altrove e si sta rivolgendo adesso all’Europa.

 

I vostri prodotti si distinguono per innovazione, sostenibilità e qualità della pelle.
A chi sono destinati e quali sono i vostri mercati di riferimento?

 

I nostri mercati di riferimento sono senz’altro l’Europa perché produciamo un articolo di livello e cioè qualitativamente alto. Sicuramente la sostenibilità ci ha aperto molte strade, perché andando a spiegare questo concetto già nel 2018 quando da parte dei clienti e del mercato non veniva recepito siamo stati i precursori, per cui adesso i contatti che avevamo fatto stanno tornando, quindi anche a livello America e Asia.

 

Siete proprietari di due brevetti innovativi per quanto riguarda la sostenibilità ambientale.
Ci può dare qualche informazione in più.

 

Le nostre pelli sono destinate alla produzione di calzatura, pelletteria e abbigliamento. Questi know-how e brevetti fanno riferimento appunto al discorso della sostenibilità in due filoni, abbiamo avuto abbracciare la sostenibilità da due punti di vista: Da un lato quella più strettamente inerente in rispetto ambientale, per cui il prodotto che va sotto al cappello Naturella che è una linea che individua un prodotto che è metal-free, biodegradabile, compostabile e certificato anche per una durabilità e cioè a livello di caratteristiche fisiche la pelle conciata secondo la nostra ricetta non ha parametri diversi rispetto alla pelle conciata tradizionalmente che noi produciamo. L’altro aspetto della sostenibilità riguarda una sostenibilità di lunga durata che è legata al concetto che se il prodotto dura molto più a lungo è sostenibile perché la durata è anche una sostenibilità nel tempo. Questo lo abbiamo fatto con un progetto nato proprio sotto il Covid che ha un pellame trattato al grafene, che è stato individuato come il materiale del futuro, che per quanto riguarda l’applicazione sulla pelle non era stato fatto ancora da nessuno. Noi abbiamo messo a punto questo trattamento che determina sul prodotto la caratteristica di ottenere una pelle che non solo è antibatterica al 99%,99%, ma anche molto resistente dal punto di vista delle sollecitazioni e dei graffi. Queste caratteristiche del grafene vengono trasferite sulla pelle.

 

Come giudica la partnership con Allianz Trade, che per voi è iniziata in un periodo delicato come quello del Covid?

 

Questa collaborazione dura ormai da due anni e la rinnoveremo sicuramente, anzi l’abbiamo già rinnovata perché ci siamo trovati bene. E’ stata, anche se difficile sotto al Covid, io pensavo che fosse più problematico poi avere dei contatti ad esempio e invece è stata una collaborazione molto positiva, perché siamo riusciti durante la pandemia a fare uno scambio di informazioni e quindi questo ci ha permesso di monitorare sia le situazioni della clientela ma anche i mercati, perché poi ci sono molte informazioni che forniscono che sono molto interessanti.