Road to 2030. Lo sprint della strategia europea 2020 in materia di transizione digitale e politiche ambientali UE ha ufficialmente inizio. La pandemia da Covid-19 accelera un processo che già da tempo è all’orizzonte: in Europa progetti di sostenibilità dello sviluppo e di trasformazione digitale passano finalmente in primo piano per dare una svolta innovativa al “vecchio Continente”, in linea con l’agenda Onu 2030 sugli obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dalle politiche ambientali UE.
Strategia europea 2020 - 2030
In un futuro ormai non troppo lontano trasformazione digitale e sostenibilità saranno le due grandi transizioni che traineranno gli Stati membri; per questo le decisioni prese dalla Commissione Europea focalizzano l’attenzione su quattro principali punti cardine:
- la trasformazione digitale delle imprese (entro il 2030, 3 aziende su 4 dovrebbero utilizzare i servizi di cloud computing, Big Data e Intelligenza Artificiale);
- le infrastrutture digitali sicure;
- lo sviluppo di competenze digitali all’altezza;
- la digitalizzazione dei servizi pubblici.
La transizione digitale deve essere intesa come parte di un esteso percorso verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile in termini sociali, economici e ambientali. Le nuove politiche economiche e ambientali dettate dall’UE andranno a beneficio di tutti. I nuovi sistemi digitali apriranno nuove opportunità per le imprese, incoraggeranno lo sviluppo di tecnologie affidabili, promuoveranno una società più integrata, aperta e democratica nel rispetto dei diritti umani, consentiranno lo sviluppo di un’economia dinamica e sempre più circolare. Ogni azione in ottica digitale, sia a livello di sistemi che di tecnologie, contribuirà alla lotta ai cambiamenti climatici, realizzando poco a poco anche una transizione verso processi rispettosi dell’ambiente.
In Europa progetti e norme a sostegno della trasformazione
Da parte dell’Europa si apre la necessità di inquadrare in un contesto normativo la transizione digitale in corso che ci aiuterà anche nell’applicazione delle politiche ambientali UE programmate. Si lavorerà affinché entro il 2021 verrà adottata una dichiarazione solenne sui principi europei per il digitale da sottoscrivere in un atto inter istituzionale tra Consiglio-Parlamento-Commissione europea. I punti del programma della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, sono interconnessi: dal Green Deal europeo al Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale, dalla Strategia europea per i dati al Digital Europe, programma di oltre 7 miliardi di euro per la crescita e la massimizzazione dei vantaggi della trasformazione digitale a favore di cittadini, imprese e PA. Come dichiarato dalla Von der Leyen, “la trasformazione green e quella digitale sono sfide indissociabili” se l’obiettivo comune è quello di preservare il nostro pianeta. Per questo si va incontro a un quadro di sistema multidisciplinare in cui l’innovazione digitale non può viaggiare da sola, bensì deve andare di pari passo con l’aspetto socio-economico e con lo sviluppo sostenibile.
Rispetto dei diritti umani e transizione digitale
Le scelte fatte all’interno dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR) in termini di transizioni green e digitale dovranno essere in linea con il pilastro europeo del rispetto dei diritti umani e sociali, affinché ogni Stato si assicuri che nessuno venga lasciato indietro. Proprio nell’ambito dei diritti umani e sociali entra in ballo il piano di azione per l’istruzione digitale 2021-2027 che punta a garantire competenze digitali di base nella fascia d’età compresa tra i 16 e i 74 anni e accessibilità ai servizi informativi (diritto ai servizi ICT). L’istruzione e lo sviluppo delle competenze digitali dovranno ovviamente tener conto degli impatti sull’ambiente e sul clima nello sviluppo, nella produzione e nell’utilizzo di apparecchiature e dei servizi digitali. Una delle soluzioni a questa problematica sarà la realizzazione di dinamiche di economia circolare in materia di dispositivi tecnologici e la creazione, entro il 2030, di centri dati a impatto climatico zero, spingendo i grandi colossi delle telecomunicazioni ad essere trasparenti in merito alle loro politiche ambientali.
Obiettivi di sviluppo sostenibile: agenda italiana
Come per tutti gli Stati membri dell’UE, le recenti politiche strategiche europee in tema di digitalizzazione e ambiente devono essere recepite e inglobate nei PNRR che attingono al “Recovery and Resilience Facility”, ovvero i fondi di coesione e di finanziamenti messi a disposizione dei Governi europei. All’Italia spetterà una fetta di oltre 190 miliardi di euro, tra prestiti e contributi, che in parte verranno sfruttati per operazioni di transizione digitale. “Legare la transizione digitale a quella ecologica consente di esaltare l’apporto delle tecnologie innovative per operare il passaggio da un’economia lineare ad una circolare, realizzando investimenti verdi e creando nuova occupazione di qualità - specifica il Presidente della Camera Roberto Fico -. Dobbiamo puntare, quindi, anche sulla formazione, effettivamente accessibile a tutti i giovani, orientata allo sviluppo di nuove competenze digitali e all’accesso a nuove professioni”. Il neo-Ministero per l’Innovazione tecnologica e della Transizione digitale (MITD) ha già fissato le cinque aree prioritarie di intervento verso cui indirizzare le risorse europee per uno sviluppo sostenibile. Il punto di partenza sarà la banda ultra larga e la diffusione capillare dell’accesso alla rete. Senza infrastrutture adeguate, il divario tecnologico e sociale diventerà ancora più profondo di quello attuale. In questo contesto, poi, si inserisce anche la Pubblica Amministrazione che dovrà dimostrarsi un valido alleato nel rilancio tecnologico e sostenibile del Paese per ridefinire il rapporto con ogni singolo cittadino. La terza area prioritaria sarà la sanità che, sebbene negli anni ha fatto molti passi in avanti, dovrà affrontare il balzo più grande verso un percorso di digitalizzazione che rivoluzionerà il sistema. Una vera svolta digitale si avrà solo attraverso una formazione adeguata, perciò è necessario investire risorse sull’istruzione e la ricerca. Il cambiamento interesserà il sistema degli Istituti tecnici superiori portando così alla creazione di hub innovativi in cui si incontrano il pubblico, il privato e il mondo accademico. Il concetto di connettività sarà fondamentale per questa operazione di rilancio, specialmente nell’ottica di alcune aree del Sud Italia. Infine, gli sforzi si concentreranno sulla centralità della filiera della cyber security, che verrà potenziata investendo maggiori risorse in tecnologie.