Era il 2009 quando Satoshi Nakamoto, nome vero o inventato che sia, ideò la tecnologia Blockchain e la criptovaluta Bitcoin e oggi, dopo dieci anni, la blockchain revolution è una realtà ben definita.
Se bitcoin e Blockchain sono stati apripista di una tecnologia che vede nello scambio di moneta virtuale l’assenza di un ente centrale che ne governi le attività, ne sono poi seguite altre che con più o meno fortuna si sono accreditate come soluzioni blockchain. L’utilizzo di una piattaforma decentralizzata, però, non l’imita il suo impiego allo scambio di valuta, ma può essere utilizzata con differenti modalità e in diversi ambiti.
Che piacciano o meno, che si valutino positivamente o no, le applicazioni della blockchain hanno preso piede in ambito privato e le aziende non possono ignorarle a lungo nei loro piani di business. Questo è il pensiero della rivista statunitense Forbes che ha individuato dieci grandi società che, in maniera più o meno marcata, stanno valutando l’utilizzo di soluzioni blockchain anche all’interno dei propri investimenti. Si potrebbe pensare che siano in ritardo, ma l’impiego di massa della nuova tecnologia è previsto solo dopo il 2020 e la lista stilata da Forbes a fine 2018 delle 10 aziende tra le più importanti e grandi del mondo è solo il primo passo.
Le 10 aziende individuate da Forbes
Al primo posto della classifica di Forbes compare l’Industrial and Commercial Bank of China (ICBC) che, nonostante abbia dichiarato in più occasioni di non aver alcun interesse per le soluzioni blockchain e per le criptovalute, ha registrato presso l’ufficio di proprietà intellettuale della Cina la licenza per l’utilizzo di una blockchain per la verifica di certificati digitali. Simile è il caso della China Construction Bank Corporation (CCB) che alla fine dello scorso anno ha rivelato di aver iniziato a utilizzare la blockchain di IBM per facilitare la vendita di prodotti assicurativi e bancari online.
Nella classifica compaiono poi JPMorgan e Berkshire Hathaway. Il Ceo della multinazionale di servizi finanziari ha pubblicamente criticato i bitcoin, ma di contro la sua società ha creato Quorum, una piattaforma blockchain sviluppata internamente alla quale si sono interessati il gigante della farmaceutica Pfitzer e quello della comunicazione IHS Markit. Critico anche il Ceo di Berkshire Hathaway – holding di prodotti assicurativi e finanziari – nei confronti della criptovaluta, fermo restando il lancio di un’applicazione blockchain studiata dalla compagnia per la tracciabilità dei diamanti.
Tra le grandi aziende che stanno investendo nello sviluppo di una propria blockchain si trovano poi l’Agricultural Bank of China Limited che la vorrebbe impiegata in un servizio di prestito agli agricoltori; la Bank of America, tra i più grandi acquirenti di brevetti e licenze sulla tecnologia e Wells Fargoche che la sta testando per i pagamenti cross-border.
A completare la lista delle 10 grandi aziende interessate allo sviluppo della tecnologia blockchain ci sono poi i due colossi statunitensi dell’informatica. La Apple, che ha acquistato un brevetto per il timestamping dei dati e Microsoft che sta investendo molto nello sviluppo di questa tecnologia e offre anche un sistema cluod per l’apertura veloce di nodi Ethereum (in una blockchain il singolo nodo serve ad elaborare ogni singola transazione, ndr).
Kyocera e LO3 insieme per una blockchain per l’energia
Il controllo dell’energia avverrà tramite blockchain registrando e distribuendo i flussi. Questo è il fulcro del nuovo progetto presentato da Kyocera Corporation, gruppo giapponese produttore – tra le varie cose – di componenti elettronici e pannelli fotovoltaici, in accordo con LO3 Energy Inc., azienda americana produttrice di energia. L’idea è quella di un Virtual Power Plant in grado di gestire diverse fonti così da poter fornire energia in modo continuo, integrando e sovrintendendo in modo decentralizzato varie fonti fotovoltaiche.
L’attivazione di questa tecnologia si basa sull’utilizzo dell’Internet delle Cose (IoT) con l’impiego di sistemi intelligenti che comunicano direttamente con la blockchain. Ciò che colpisce maggiormente, nel contesto generale, è la diversità delle aziende che stanno esplorando la tecnologia blockchain. Oltre alla circolazione di valore monetario in grado di superare i confini degli stati, ciò che forse è più apprezzato dalle aziende stesse è la possibilità di essere svincolate dalla gestione centralizzata e la sicurezza basata su tecniche crittografiche. Ma la strada è ancora lunga e il futuro appena cominciato.
La blockchain di Allianz Trade
L’impiego di soluzioni blockchain è al vaglio anche delle compagnie assicurative.
Allianz Trade, in partnership con Trade Innovation Lab d’HSBC France – uno dei principali gruppi bancari e finanziari del mondo – e la Digital Agency di Allianz Trade ha realizzato una blockchain per l’assicurazione del credito e il factoring. La nuova tecnologia è stata sviluppata sulla blockchain Ethereum partendo dal modello Smart Contract e dalla simulazione di transazioni commerciali e fatturazioni tra due controparti. La volontà è quella far interagire, su una stessa piattaforma, tutti i player degli accordi commerciali attraverso una gestione più rapida e sicura della fatturazione. Un’idea nata per supportare le aziende nella gestione dei flussi di cassa e soprattutto nella gestione di eventuali insoluti. Tutto il procedimento, infatti, ruota intorno alle fatture che, dopo essere state caricate sulla piattaforma dal venditore e approvate dall’acquirente, risultano poi disponibili per essere evase. A questo punto il venditore, in caso di mancato pagamento, può chiedere la copertura del credito alla compagnia assicurativa che, a sua volta, può approvare o meno la richiesta. In caso di risposta affermativa si sottoscrive il contratto e tutti i protagonisti dell’accordo hanno la possibilità di accedere in tempo reale allo scambio di informazioni.
L’ambizione di Allianz Trade, prima compagnia assicurativa a proporre una tecnologia blockchain, è quella di fornire ai propri clienti pacchetti sempre più strutturati e confezionati su misura, rendendo più efficaci i processi e riducendo i costi. Un approccio che rientra nella profonda trasformazione tecnologica che la compagnia sta operando per favorire, oltre alla semplificazione e alla rapidità, soprattutto uno scambio più agevole tra i diversi partner.