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Soluzioni cloud: Come l'innovazione tecnologica sta rivoluzionando il modo in cui le aziende lavorano

Applicazioni cloud native e sviluppo del software aziendale

23 Dicembre 2021

La trasformazione digitale delle aziende passa per il Cloud, uno strumento che è entrato in una fase completamente nuova. Una fase rispetto alla quale - grazie alla continua evoluzione tecnologica - le prerogative che hanno introdotto il concetto di “as a service” per storage, workload e computing riescono ora a supportare le imprese nella creazione di nuovi modelli di business, nell’ottimizzazione dei processi necessari e a sostenerli. Le soluzioni cloud per le aziende rappresentano quindi il futuro.

Utilizzo del Cloud: i vantaggi

Il termine Cloud native indica le tecnologie native del Cloud i cui vantaggi riguardano principalmente la possibilità, per le aziende, di creare ed eseguire applicazioni scalabili in ambienti dinamici, ad esempio Cloud pubblici, privati e ibridi.

Rispetto alle tecnologie Cloud, lo sviluppo del Cloud native presenta tre grandi vantaggi per aziende ed enti pubblici:

  • aumentare la flessibilità delle applicazioni, eliminando le dipendenze tra i servizi e con l’infrastruttura;
  • accelerare la capacità di risposta degli sviluppatori, che possono operare tra servizi e con l’infrastruttura;
  • ottimizzare l’impiego delle risorse grazie all’automazione, riducendo così l’errore umano.

In particolare, la possibilità di creare applicazioni Cloud native che siano ottimizzate proprio per il modello di Cloud Computing, assicura a organizzazioni e aziende che i loro sistemi IT siano snelli, stabili e molto più facilmente adattabili all’accelerazione della digital transformation. La sua adozione però non deve essere vista come una semplice riorganizzazione, quanto piuttosto come una vera e propria trasformazione digitale per le aziende che prevede una fase di pianificazione e preparazione.

Cosa significa Cloud

Il Cloud è oggi un passaggio irrinunciabile per le aziende, tanto che in una grande impresa su due le applicazioni che “girano” in ambienti Cloud (pubblico o privato) sono prossime a superare in numero quelle gestite on-premise e installate sui server aziendali.

I numeri, d’altra parte, ci parlano di un fenomeno ulteriormente consolidatosi nel periodo della pandemia: secondo i dati dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, infatti, il valore di questo mercato ha superato quota 3,8 miliardi di euro, con un incremento del 16% rispetto al 2020.

In sintesi, il Cloud è un servizio internet che permette di caricare, organizzare e accedere ai file in modo semplice, veloce e sicuro su uno spazio di archiviazione offerto da un provider. Il Cloud computing è una tecnologia che permette di utilizzare le risorse informatiche disponibili attraverso internet, in modalità on-demand, che permette di accedere a servizi di elaborazione e trasmissioni dati. Tra questi servizi, per esempio, troviamo il Cloud storage che permette l’archiviazione dei file.

Il paradigma del Cloud computing ha guadagnato popolarità, soprattutto in virtù dei risparmi economici (le risorse vengono “affittate” in base ai consumi effettivi) e dell’elasticità architetturale. L’infrastruttura infatti si compone di tanti “mattoncini” elementari fruiti come servizio e può essere modulata dinamicamente a seconda delle necessità di business.

Il Cloud native può essere definito come il passaggio successivo e naturale del Cloud computing, esploso sempre di più negli ultimi anni è considerato da molti come l’ultima big thing del settore IT. In un mondo in cui il digitale ha preso il sopravvento, le aziende devono mettere al centro della propria strategia di business la creazione di nuove applicazioni software, al fine di erogare valore ed elevate prestazioni ed ottenere un miglioramento dei processi di sviluppo e delivery del software.

Tutto ciò richiede un nuovo approccio per l’IT, che renda possibile una maggiore velocità ed efficienza del modello operativo basato sul Cloud e permetta alle aziende di configurare, eseguire e migliorare delle applicazioni responsive su qualsiasi tipo di Cloud: pubblico, privato, o ibrido, a seconda delle esigenze. Questo approccio è appunto identificato nel termine Cloud native: una combinazione di tecnologie e tecniche che permettono di creare sistemi resilienti e monitorabili, con l’obiettivo di sviluppare e distribuire applicativi di qualità e ottenere cicli di vita del software più brevi guidati da continui feedback degli utenti.

Trasformazione digitale delle aziende e applicazioni cloud native

In questo contesto di estrema agilità, un ulteriore “boost” all’impresa è dato dall’adozione di applicazioni Cloud native che permettono di sfruttare appieno le potenzialità della nuvola, assicurando le stesse funzionalità e prestazioni indipendentemente dall’ambiente in cui girano e dall’hardware sottostante. Si prestano pertanto a essere spostate da una nuvola all’altra, in soluzione di continuità.

Le applicazioni Cloud native, che ricalcano lo stesso principio di “modularità” del cloud, ovvero vengono progettate combinando singole unità funzionali rappresentate dai “microservizi”, rappresentano quindi il nuovo paradigma per il software aziendale, restituendo performance di velocità, flessibilità e qualità in fase di programmazione. In pratica le applicazioni cloud native sono una raccolta di microservizi indipendenti ideati per offrire all’azienda vantaggi tangibili, come la possibilità di integrare in breve tempo i feedback degli utenti, agevolando lo sviluppo continuo. Lo sviluppo applicativo cloud native consente di creare app più velocemente, ottimizzare le applicazioni esistenti e ottenere ambienti integrati.

I vantaggi delle app cloud native

Le applicazioni Cloud native possono portare significativi vantaggi all’impresa:

  • agilità e velocità di time-to-market: ogni microservizio viene gestito da un team di sviluppo specifico e di dimensioni ridotte, in grado di lavorare più rapidamente e accelerare i cicli di gestione del software;
  •  scalabilità: poiché le app Cloud native sono di dimensioni ridotte, i microservizi possono essere distribuiti e aggiornati rapidamente all’interno delle infrastrutture;
  • riutilizzo del codice: lo stesso codice di una funzione può essere utilizzato in diverse applicazioni cloud native;
  • resilienza: la struttura modulare preserva il funzionamento dell’applicazione Cloud native in caso una componente risulti difettosa (cosa che le applicazioni tradizionali, con struttura monolitica, non potevano garantire).

Adottare applicazioni Cloud native significa quindi essere più veloci nel rispondere alle esigenze mutevoli del business, implementando rapidamente nuovi servizi digitali con la libertà di scegliere l’infrastruttura sottostante e gli strumenti di sviluppo.