Costo dell’energia: aumento dei prezzi di energia e gas

Costo dell’energia: aumento dei prezzi di energia e gas

Politiche energetiche: aiuti alle imprese in difficoltà

24 Maggio 2022

Non solo il conflitto in Ucraina. Lo tsunami energetico che rischia di terremotare le certezze delle imprese italiane, riaprendo il capitolo caldo delle politiche energetiche e del costo dell’energia, è testimone di una crisi che anticipa quella bellica già dagli ultimi tre anni.

Dal 2019 al gennaio del 2022 abbiamo assistito ad un aumento dei prezzi di energia e gas e la spesa per le bollette energetiche per le aziende è di fatto raddoppiata comportando un extra costo per il solo anno in corso di 36 miliardi di euro. Questo il calcolo realizzato a inizio del 2022 dalla CGIA di Mestre prima ancora che le truppe russe iniziassero l’invasione dell’Ucraina. Da allora i prezzi energetici hanno continuato a salire, spinti dall’incertezza internazionale e dalla possibilità di un embargo nei confronti del gas russo, che da solo assicura quasi il 40% dell’intero fabbisogno italiano.

L’aumento dei prezzi di energia e gas

Solo in Lombardia, ha calcolato Assolombarda, il costo dell’energia per le imprese della regione potrebbe passare entro la fine dell’anno da 8,3 a 11,5 miliardi di euro. Il gas, in particolare, ha messo a segno un aumento del 106% in poche settimane e il petrolio del 22%.

Sul tema è intervenuto il Presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, che ha dichiarato: «Il conflitto tra Russia e Ucraina sta avendo un impatto molto forte sull’economia e sulle imprese del territorio, andando ad aggravare una situazione già molto critica per quanto riguarda energia e materie prime. Basti pensare che, se si dovessero mantenere i prezzi attuali, l’industria manifatturiera lombarda quest’anno pagherà una bolletta energetica pari a 11,5 miliardi a confronto con gli 8,3 miliardi stimati a inizio febbraio. Un rialzo enorme che sicuramente avrà impatti sul lavoro di molte nostre imprese».

La problematica riguarda tutte le imprese, ma soprattutto quelle energivore, circa 3.000 in tutta Italia, operanti in settori che vanno dalla carta alle acciaierie, passando per le industrie meccaniche e alimentari.

Non è un caso allora che su scala nazionale il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi abbia dichiarato nei giorni scorsi che proprio la guerra in Ucraina accompagnata all’aumento dei prezzi dell’energia, imponga di riscrivere lo stesso PNRR, il Piano di sviluppo nazionale approvato dal Governo Draghi per rilanciare l’economia italiana.

«L’Italia stava già rallentando prima della guerra – ha dichiarato Bonomi – così come il problema energetico era già presente. Il conflitto ha accentuato la crisi energetica, fattore che mette più a rischio la ripresa che è fondamentale per rispondere al debito pubblico emergenziale che questo Paese ha contratto».

Oltre a rappresentare un carico finanziario per le imprese, l’aumento dei costi dell’energia rappresenterà un macigno sulla loro produttività. Il Centro Studi di Confindustria calcola infatti che a gennaio del 2021 è stato registrato un calo della produzione industriale dell’1,3%, dovuto all’aumento dei prezzi di energia e gas, ma anche ai rincari di molte commodity che comprimono i margini per le imprese.

Costo dell’energia e nuovo PNRR

Una delle soluzioni – secondo Confindustria – è quella di rimodulare il PNRR, trovando nuovi fondi e soprattutto allungando i tempi previsti per il completamento della transizione energetica. Reperire fonti di energia alternativa è infatti oggi più difficile che mai. Il Governo Draghi si è speso moltissimo per stringere accordi commerciali con altri Paesi che potessero ridurre la dipendenza dal gas russo. L’ultimo, risalente all’11 aprile scorso, è quello siglato con l’Algeria che prevede forniture crescenti di gas nei prossimi mesi fino ad arrivare ad un surplus rispetto alle quote attuali di altri 9 miliardi di metri cubi. In questo modo l’Algeria, che già oggi fornisce 21 miliardi di metri cubi di gas all’Italia, diventerebbe un’alternativa reale alle forniture russe.

Aiuti alle imprese in difficoltà

Nonostante la celerità del Governo nel tentativo di stipulare nuovi accordi commerciali, il processo di affrancazione dal gas di Mosca sarà comunque lento ed economicamente doloroso. Per questa ragione è necessario assicurare un sostegno alle imprese più colpite dalla crisi, che ancora oggi sono chiamate a fare i conti con un aumento dei prezzi che rende davvero difficile rimanere sul mercato.

Proprio nei giorni scorsi il Governo ha approvato il Decreto Aiuti, un pacchetto da 14 miliardi di euro all’interno del quale sono previste misure indirizzate soprattutto al taglio delle bollette, oltre all’estensione del credito di imposta per le imprese energivore. Oltre a questo è prevista l’istituzione di un fondo da circa 200 milioni di euro che assicurerà aiuti alle imprese più impegnate nei territori coinvolti dalla guerra.

Il 21 gennaio scorso era stato invece approvato il Decreto Sostegni, all’interno del quale il Governo ha previsto altre misure per contrastare l’aumento del costo della bolletta energetica, prevedendo – peraltro – nuovi interventi per 5,5 miliardi di euro da investire sulle fonti rinnovabili.

Proprio le rinnovabili e l’ambizioso progetto di transizione energetica, lanciato dall’Unione europea con il Next Generation EU come risposta alla crisi del Covid-19, si conferma la strada maestra per superare la crisi contingente, ma soprattutto assicurare all’Italia un’indipendenza energetica essenziale per i cittadini e naturalmente per le imprese.