Quando questo periodo di emergenza sarà finito molte cose saranno cambiate e sarà molto importante, perfino per il settore edile, adeguare il proprio processo produttivo alle mutate esigenze del mercato, anche attraverso interventi di riqualificazione energetica. L’emergenza Coronavirus ha travolto il settore delle costruzioni già in forte difficoltà, ma che, come riportato dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) con l’indotto rappresenta il 22% del Pil italiano e dà lavoro a 2 milioni di persone. Da questo periodo di crisi una cosa emerge chiaramente:la ripresa del settore dovrà passare necessariamente per la sostenibilità ambientale e per una sempre maggiore digitalizzazionedel Building Information Modeling anche in Italia.
Anche il property management, in uno scenario fortemente mutato anche per il settore immobiliare in italia, si trova a dovere affrontare nuove sfide. La necessità di adeguare gli ambienti ai nuovi standard sanitari che riducano drasticamente i rischi di contagio da virus simili al Covid-19 oppure l’esigenza di potere attivare dei protocolli di distanziamento sociale sono solo due esempi da cui si evince come il comparto dei servizi di property management incrementerà sempre più il proprio peso nella filiera delle costruzioni, dalle imprese di costruzione ai professionisti del settore, fino ai produttori di materiali.
Decreto Rilancio e interventi di riqualificazione energetica
Il settore delle costruzioni, insieme al real estate, è una realtà complessa composta da molte realtà identificabili con il modello imprenditoriale medio tradizionale del nostro Paese e un numero più limitato di imprese di costruzione di grandi dimensioni. Sono proprio queste realtà di medie dimensioni che hanno pagato e stanno pagando il prezzo più alto della fase del dopo Covid-19. Il lockdown ha spostato infatti di almeno due o tre mesi l’avvio o la conclusione delle opere in corso.
Un’importante spinta ad uscire da una crisi che il settore edile viveva già da 11 anni, ma che l’emergenza Coronavirus ha ulteriormente aggravato, è stata data dal Decreto Rilancio. L’obiettivo del Decreto è di rilanciare il settore incentivando, in particolare, la sostenibilità ambientale. Il consolidamento di un trend green trasversalmente a tutti i settori produttivi e commerciali è forse uno degli effetti più immediati dell’emergenza Coronavirus. Lungamente atteso il decreto, che prevede sostanzialmente lo stanziamento di 55 miliardi di euro a sostegno di famiglie, imprese e lavoratori per fronteggiare la crisi innescata dal Covid-19, ha annunciato un Superbonus per le ristrutturazioni, in sostanza un potenziamento dell’Ecobonus e del Sismabonus nella misura del 110% per i cittadini che vorranno compiere interventi di riqualificazione energetica e messa in sicurezza delle abitazioni. Valido solo per chi provvederà a migliorare le condizioni dell’immobile almeno di due classi. Si tratta di una detrazione fiscale al 110% per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 relative a diversi interventi, da ripartire in cinque quote annuali.
Gli interventi previsti sono:
- di isolamento termico;
- di sostituzione impianti di climatizzazione invernale;
- d’installazione di impianti solari fotovoltaici connessi alla rete elettrica.
Uguale attenzione è stata riservata anche agli interventi antisismici, anche in questo caso il Superbonus potrà essere concesso sotto forma di detrazione fiscale al 110% e quindi come rimborso sulla Dichiarazione dei Redditi oppure tramite sconto totale in fattura con la cessione del credito d’imposta alla ditta che ha effettuato i lavori.
Building Information Modeling in Italia
Qualità, sostenibilità, innovazione e design: in questo contesto le tecnologie assumono un ruolo sempre più importante in un settore come quello dell’“ambiente costruito” che sta vedendo nell’innovazione la possibile via d’uscita dalla crisi. L’altra chiave di volta per il rilancio del settore è infatti quella dell’innovazione digitale. Ora più che mai le imprese di costruzione sono chiamate a rivedere i propri modelli di business, sia a livello aziendale che di filiera. Questa emergenza è stata infatti una iniezione di adrenalina al processo di digitalizzazione del settore che, in poche settimane, ha dovuto adeguare i propri sistemi di comunicazione e interscambio di dati per supplire all’impossibilità di incontrarsi di persona. Il Building Information Modelling (BIM) in primis, poi la gestione di interventi immobiliari tramite piattaforme informatiche, per arrivare al gemello digitale, per simulare la costruzione e ridurre i tempi del cantiere, attraverso previsioni delle opere da realizzare, consentono di ottimizzare la funzionalità degli edifici sia nella fase di progettazione e costruzione che nella fase di gestione e manutenzione. La metodologia digitale BIM è l’approccio leader per digitalizzare tutti i tipi di asset (da costruire e costruiti) al fine di accelerare e ottimizzare i processi lungo l’intero ciclo di vita di un’opera civile o di una infrastruttura. Grazie al BIM ciascuna delle discipline coinvolte nella progettazione, costruzione e gestione e manutenzione di un’ambiente costruito è in grado di scambiare le proprie conoscenze ed informazioni in modo digitale fruibile da sistemi diversi, con enormi vantaggi in termini di controllo dei processi produttivi e costruttivi, di ottimizzazione dei tempi e dei costi, della gestione del cantiere e delle informazioni e dei dati per la manutenzione dell’edificio.
Tra le conseguenze del post-Covid applicate al mondo delle costruzioni ci sarà quindi l’ulteriore potenziamento di tutte quelle tecnologie in grado di monitorare, anche da remoto, ogni singola fase di realizzazione di un edificio. Se già dal 2016 il BIM era adottato da diversi cantieri, nel prossimo futuro la digitalizzazione consentirà di ottimizzare anche gli spostamenti e la logistica, orientando sempre più la produzione in cantiere verso un assemblaggio specializzato di componenti ingegnerizzate e semilavorate off-site. Il cantiere diventerà così il luogo perfetto per favorire il Dfma (Design for Manufacture and Assembly), riducendo così gli assembramenti e mettendo in opera quanto si è studiato in digitale. L’idea sempre più vicina è quella di portare la gestione del cantiere verso il “just in time” integrando le informazioni in corso d’opera lungo tutta la filiera di fornitura, favorendo in tal modo scenari in cui sono gli stessi oggetti e manufatti a comunicare quali e quanti materiali necessita il cantiere, prevedendo tempi e modalità di consegna, stoccaggio e messa in opera.
Imprese di costruzione smart
Una nuova generazione di sensori e di software in grado da un lato di controllare accessi e monitorare la sicurezza dei lavoratori, dall’altro di automatizzare i processi di tracking di macchine e materiali. È questo lo scenario di quello che viene definito “cantiere cognitivo” in grado, real time, di autogestirsi. Entrano così in scena i droni per il monitoraggio logistico delle operazioni e la realtà virtuale, grazie infatti a speciali visori si potranno visionare i cantieri degli edifici in costruzione con tutte le possibili implicazioni positive che queste potrebbero avere sul monitoraggio in corso d’opera e sulla customer experience. In questo scenario di un futuro non troppo lontano c’è anche il robot muratore in grado di costruire un edificio sei volte più velocemente di una squadra umana. Oppure di produrre malte, intonaci colle e altre miscele per l’edilizia direttamente sul cantiere sotto il controllo di un server centrale che ne monitora i processi.Sostenibilità e interconnessione tra progetto e cantiere saranno i due obiettivi a cui il settore edilizio dovrà quindi puntare per cambiare e adeguarsi ai nuovi bisogni e alle nuove necessità emerse dall’emergenza Covid-19.