Una terra ricca di materie prime ed esperienza che si tramanda da generazioni, quella del distretto calzaturiero marchigiano dove è localizzata un’intera filiera produttiva che a partire dalla scelta dei pellami per calzature passa alla produzione delle suole, dei tacchi, per proseguire con l’orlatura fino a giungere al prodotto finito: una scarpa made in Marche simbolo italiano di artigianalità e qualità.

La produzione di calzature della regione si divide tra tre poli produttivi che nel tempo si sono specializzati e che oggi si differenziano per tipologie di prodotto finito:

  • le scarpe da uomo realizzate principalmente nell’area di Montegranaro;
  • le scarpe da bambino nella zona di Monte Urano;
  • le scarpe da donna nel comprensorio Civitanova Marche - Sant’Elpidio a Mare - Porto Sant’Elpidio.

Sono tre zone chiave per il settore perché qui si concentra una buona parte della produzione di qualità che ha permesso all’industria calzaturiera italiana di essere conosciuta in tutto il mondo.

I numeri del distretto calzaturiero italiano

L’Italia è il 13° produttore al mondo di scarpe e il primo nell’Unione Europea, conta oltre 8mila imprese localizzate principalmente nel Centro Italia (51,1%) e al Sud (21,3%) con un comparto suddiviso in distretti situati in prevalenza tra Marche (30,5%), Toscana (19,4%), Campania (16%), Veneto (13,2%), Lombardia (7,5%), Puglia (4,8%) ed Emilia Romagna (3,7%). La sola regione Marche conta il maggior numero di fabbriche di scarpe in Italia e con le sue filiere corte e ramificate a livello locale, garantisce competitività al settore e un’altissima qualità dei prodotti finiti

Il report del Centro Studi Confindustria Moda per Assocalzaturifici ha rivelato numeri positivi per il primo semestre 2023: una crescita del 7,4% del fatturato e del 10,2% in valore dell’export con 87,9 milioni di paia di scarpe esportate (6,4 milioni di paia in meno rispetto al gennaio-maggio 2022) e un prezzo medio al paio di 62,47 euro.

Il distretto calzaturiero di Fermo si è inoltre attestato come primo della regione in termini di export, registrando una crescita del 16,5% (+66 milioni di euro) rispetto al 2022 e un fatturato di 467 milioni di euro nel primo trimestre dell’anno, in base a quanto dichiarato dall’analisi periodica della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

Tuttavia tra le principali destinazioni dell’export, sia tra i Paesi UE che Extra UE, si evidenzia una crescita in valore ma un calo delle quantità. A livello europeo i partner primari sono Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Belgio e Polonia, mentre tra le destinazioni oltreoceano registrano numeri positivi la Russia, la Turchia e gli Stati Uniti dove nel 2022 le esportazioni delle scarpe made in Marche sono aumentate del 30%. Il mercato americano è interessato soprattutto alle sneakers ma c’è un 39% di mercato che ricerca scarpe in cuoio da uomo e da donna.

I calzaturifici delle Marche e il mercato americano

Nuove opportunità si profilano per i calzaturifici della Marche negli Usa, il paese che offre un mercato sconfinato di 330 milioni di potenziali clienti. Secondo le proiezioni dell’Ice (Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane) il mercato americano per le calzature sembra crescere più di quello della moda con un +14% nel 2023, un +4% nel 2024 ed una crescita stimata al 3% nel 2025. Per poterlo raggiungere c’è bisogno di importanti investimenti nel marketing e nella comunicazione, e soprattutto nella digitalizzazione poiché a fare da padrone negli Stati Uniti è l’e-commerce. La strategia della Regione Marche, articolata in più fasi e progettata in collaborazione con l’Ice, ha previsto nel 2023 una serie di iniziative strutturate in più fasi:

  • la prima fase ha avuto luogo in primavera, con varie attività di formazione e webinar;
  • a giugno è stato sviluppato uno studio di settore e alle imprese sono stati proposti incontri personalizzati;
  • nel mese di agosto c’è stato il coinvolgimento di 6 influencers arrivati in visita nella regione;
  • la parte finale del progetto ha visto la partecipazione di otto aziende alla Project/Magic di Las Vegas, una manifestazione riconosciuta come il più importante evento moda negli Stati Uniti.

In termini di sponsorizzazione e pubblicità la scelta di coinvolgere figure come quelle degli influencer è fondamentale per poter comunicare in maniera più rapida e diretta a un nuovo mercato oltre che farsi pubblicità oltreoceano. I personaggi scelti hanno potuto raccontare le eccellenze della regione che con le sue scarpe made in Italy unisce arte, creatività e un’ottima qualità delle materie prime: elementi che hanno consentito alla tradizione italiana di diventare un’icona di stile in tutto il mondo. I loro social sono così diventati un veicolo tramite cui mostrare la qualità dei prodotti artigianali italiani, rappresentati in questo caso dalle scarpe prodotte nelle Marche, e i luoghi dove vengono realizzati. 

La produzione di calzature alla ricerca di nuovi addetti

Il futuro del distretto calzaturiero marchigiano deve però affrontare una sfida importante ovvero la mancanza di manodopera qualificata, un dato che emerge dalle analisi Excelsior Unioncamere elaborate dal Centro Studi Cna. Già a maggio 2023 molte aziende hanno rinunciato ad assumere nuovo personale per carenza di candidati (46,4%) o a causa di preparazione inadeguata (25,6%). Mentre le aziende richiedono una maggiore esperienza nel settore, la mancanza di un’adeguata formazione da parte dei candidati è una complicazione che si va ad aggiungere al rincaro dei costi energetici, delle materie prime e all’inflazione. Un sostegno importante per il comparto marchigiano arriva dalla programmazione europea 2021-2027 che tramite i bandi sulla formazione professionale e gli investimenti in ricerca e innovazione, può aiutare a colmare il gap creato nel distretto. Non solo investimenti dell’UE ma anche le misure nazionali come il bando di aiuto al Distretto pelli e calzature Fermano-Maceratese del 2023 che ha coinvolto circa 42 comuni dell’area e tramite il quale il governo ha stanziato circa 7 milioni di euro. Fondi pensati per aiutare il tessuto industriale del distretto ad attuare una riconversione green e digitale, e garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali oltre che alla formazione per i nuovi addetti, contribuendo al rilancio dell’area.

«Le eccellenze del nostro Made in Italy – ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso commentando il bando – sono rese grandi proprio dal lavoro di tante piccole e medie imprese, dalla forza delle filiere e dai tanti distretti che sono l’unicità della nostra economia e che noi vogliamo tutelare».