Anche in Italia è scattata l’ora della quarta Rivoluzione industriale, quella dello Smart Manufactoring. Industria 4.0 e agevolazioni, oltre all’innovazione digitale nei processi dell’industria rappresentano la chiave per la competitività del comparto manifatturiero del futuro e, secondo gli esperti, la strada fondamentale per il rilancio dell’industria italiana. Nell’industria 4.0 le macchine sono completamente interconnesse tra di loro e dialogano le une con le altre, gli ambiti applicativi sono molto ampi e vanno dagli smart objects ai big data, all’automazione avanzata (ad esempio quella dei droni o della robotica industriale), alle piattaforme cloud dedicate alla collaborazione dei processi esecutivi.
Industria 4.0 e agevolazioni porteranno ad un’automazione industriale italiana interconnessa con un impatto profondo in quattro direttrici di sviluppo: la prima, l’utilizzo dei dati, la potenza di calcolo e la connettività che si declina in big data, open data, IoT (Internet of Things) machine-to-machine e cloud computing per la centralizzazione delle informazioni e la loro conservazione. La seconda è quella degli analytics: una volta raccolti i dati bisogna infatti ricavarne valore. (Oggi solo l’1% dei dati raccolti viene utilizzato dalle imprese). La terza direttrice di sviluppo è l’interazione tra uomo e macchina, che coinvolge le interfacce “touch” sempre più diffuse e la realtà aumentata. Infine c’è tutto il settore che si occupa del passaggio dal digitale al “reale” e che comprende la manifattura additiva, la stampa 3D, la robotica, le comunicazioni, le interazioni machine-to-machine e le nuove tecnologie per immagazzinare e utilizzare l’energia in modo mirato, razionalizzando i costi e ottimizzando le prestazioni.
Il grande assente per ora in Italia, come in altri Paesi, è lo Smart Planning: la capacità di gestire in modo completamente integrato, anche tra sedi diverse, le forniture, unitamente ai processi di produzione, distribuzione e inventario: un’adeguata e innovativa pianificazione a monte sarà così il completamento ideale per processi sempre più sicuri e automatizzati a valle.
L’automazione industriale in Italia: a che punto siamo
Lo Smart Manufacturing in applicazioni conosce un buon fermento nel nostro Paese: ne sono state individuate 135 in ambiti molto diversi all’interno di 43 aziende manifatturiere, anche se rispetto alla grande accelerazione che si registra nel mondo, il decollo della automazione industriale in Italia appare rallentata da fattori di contesto, culturali, organizzativi e dalla capacità di offerta. Oltre a questo, l’Italia secondo Paese manifatturiero d’Europa, ha bisogno di un programma nazionale dedicato, sul modello di quello sviluppato in Germania (il governo tedesco è stato il primo a livello mondiale a definire una strategia nazionale a sostegno della digitalizzazione del proprio comparto manifatturiero). Tutto questo emerge dalla ricerca dell’Osservatorio Smart Manufacturing della School of Management del Politecnico di Milano. Sempre secondo l’Osservatorio, nel 2019 la crescita dell’Industria 4.0 in Italia è rallentata e il mercato si è contratto in base ai risultati del primo trimestre del 10/15% rispetto al 2018. Secondo gli analisti, per crescere ancora il mercato italiano deve coinvolgere i dipartimenti HR e i lavoratori nella progettazione e nello sviluppo delle soluzioni.
Importante in questo senso è il ruolo di Cisco, che si pone proprio come partner per la digitalizzazione delle imprese. Per Cisco, Smart Manufacturing significa creare una via italiana alla trasformazione digitale per includere tutte le fasi con cui si crea valore in un’azienda. Non solo produzione, ma anche ricerca e sviluppo, design del prodotto, strategie di commercializzazione, marketing customer e post vendita. Una digitalizzazione che attiva e realizza un’integrazione tra persone, oggetti e aziende, finalizzata al raggiungimento del business. In tutto ciò il ruolo della rete è essenziale per abilitare i processi di integrazione nelle imprese e tra le imprese.
Un percorso di digital transormation di Cisco a 360°, intrapreso insieme a importanti realtà italiane e con le quali sono stati sviluppati progetti d’eccellenza.
Aziende che provengono da ambiti molto diversi ma tutte con la volontà comune di portare al proprio interno i benefici dell’innovazione digitale. Qualche esempio: Aia, che rappresenta l’esperienza di trasformazione digitale nel settore agroalimentare, la Marzocco nel mondo dell’Horeca e dell’ospitalità che porta l’innovazione nelle macchine per il caffè, Dallara Automobili, con la progettazione e l’innovazione applicata al racing, alle competizioni e alla simulazione (il continuo investimento della Dallara nelle tecnologie di avanguardia ha raggiunto la massima espressione nella costruzione del primo e unico simulatore di guida professionale di tipo F1 disponibile in commercio), FCA Group nell’automotive, Fluid-O-Tech nella meccanica di precisione, Inpeco Health, nell’automazione applicata al mondo del Pharma, Marcegaglia, con le soluzioni per l’automazione di stabilimento e la connected factory più sicure, Allianz con l’offerta di servizi IoT (Internet of Things) applicati al settore automobilistico, quali ad esempio i servizi di rimorchio e riparazione sulla base della manutenzione remota e 1177 - Calze Ileana per lo sviluppo di nuove soluzioni per il mondo delle Vending machine.
1177 - Calze Ileana, una case history da manuale
Il rilancio del Made in Italy deve passare necessariamente attraverso un’interpretazione creativa e italiana della digitalizzazione. È questo l’imperativo categorico per Luca e Alda Bondioli di Calze Ileana, azienda che produce calze con il filato più leggero esistente. L’azienda bresciana, di Carpenedolo, nata circa 30 anni fa e considerata una delle eccellenze della produzione tessile di fascia alta del nostro Paese, sta sviluppando un percorso industria 4.0 e un nuovo modello di business anche con il supporto di Cisco. Un percorso che Calze Ileana ha concretizzato con l’esperienza nata sotto il marchio 1177, un vero case study da manuale di digital transformation e un caso esemplare di connected factory. 1177 (un gioco di numeri che intende simboleggiare gli universi maschile e femminile l’11 infatti rimanda ai giocatori di una squadra di calcio mentre il 77 secondo la Smorfia napoletana è il numero che rappresenta le gambe delle donne) è un esempio non solo di trasformazione digitale ma anche un esempio di come il digitale può impattare e cambiare l’intero processo di business di un’azienda, che in questo caso consiste nell’utilizzare vending machine e pagamenti digitali. Le calze 1177, nate da uno studio di tre anni e le prime ad utilizzre il filato Dryarn di Aquafil, noto come il “cachemere delle fibre sintetiche, vengono infatti vendute in lattine simili a quelle delle bibite, anche dentro vending machine, in luoghi strategici come aeroporti o hotel, oltre che on line e in negozi fisici selezionati. Il packaging è stato ideato dalla Independent Ideas, l’agenzia di comunicazione fondata da Lapo Elkann. E dopo la calza in lattina ora il brand eleven seventyseven stupisce ancora con una soluzione di vendita che connette la vending machine con il robot Pepper, un social robot in grado di capire e dialogare con i consumatori (Pepper parla fino a 20 lingue), un’innovativa esperienza di acquisto che va dall’informazione sul prodotto fino alla vendita. Un progetto nato dalla partnership con Softec SpA, Cisco e Intesa San Paolo con delle applicazioni potenziali molto più ampie rispetto a quelle già sviluppate (attualmente sono 5 i distributori attivi con Pepper), e in futuro infatti, secondo Bondioli, si poranno utilizzare queste tecnologie per personalizzare ulteriormente l’offerta, con la possibilità di riconoscere il cliente attraverso la scansione del viso. In più la digitalizzazione ha già portato dei vantaggi nella gestione dei magazzini e nella produzione, grazie ai dati elaborati che permettono di sapere quali prodotti sono più venduti rispetto ad altri. Il fatturato dell’azienda che ha messo in campo quindi un’operazione senza precedenti nel campo della moda e guarda alla digitalizzazione in un’ottica di sistema, cresce del 30%.