La pandemia in atto sta accelerando il processo di digital transformation in Italia in generale e delle imprese farmaceutiche in particolare, con lo scopo di migliorare la qualità della vita e il benessere delle persone. La diminuzione della mortalità e l’allungamento della vita media negli ultimi 50 anni (tre mesi di vita in più ogni anno) è il dato che ci arriva da Farmindustria e che meglio esprime il potenziale e i benefici della trasformazione digitale.
È ancora Farmindustria a fornirci una fotografia del settore farmaceutico in Italia. Dal 2008 al 2018 il comparto in Italia ha segnato una crescita del 117%, superando così la media europea. L’Italia è infatti al primo posto nell’Unione per la produzione di farmaci. Il settore, nel nostro Paese, conta circa 66.500 addetti di cui 6.600 si dedicano alla ricerca e sviluppo, e sono oltre 32,2 i miliardi di euro di produzione, di cui l’80% è destinato all’export.
Un settore quindi in forte crescita grazie anche alla grande e profonda trasformazione legata al digitale. Le case farmaceutiche che guideranno il futuro di questa industry saranno quelle capaci di scorgere per prime i nuovi trend che iniziano a profilarsi all’orizzonte, con sorprendenti opportunità.
Industry 4.0: il Pharma cambia volto
Il termine Industry 4.0, comparso per la prima volta in Germania nel 2011 per indicare il progetto del governo di riportare il sistema industriale del Paese ai vertici mondiali grazie all’innovazione digitale, è diventata poi una delle principali definizioni del mondo produttivo e tecnologico. Si tratta infatti di una rivoluzione industriale resa possibile dalla Digital Transformation che continua a svilupparsi dall’interazione più avanzata tra uomini e macchine. Big Data, IoT (Internet of Things), automazione, robotica, Intelligenza Artificiale, 5G sono solo alcune delle parole chiave di questa rivoluzione che si pone in particolare tre obiettivi:
- efficienza;
- personalizzazione;
- sostenibilità.
È proprio in ambito farmaceutico che il paradigma 4.0 acquista particolare valore. Gli operatori del Pharma 4.0 non sono più solo fornitori di farmaci, ma diventano artefici di un più ampio processo di innovazione che ha come obiettivo la qualità della vita e la salute del cittadino. La cura non deve più essere la semplice erogazione di un prodotto, ma è un percorso anche di tipo terapeutico alla cui formazione partecipano diverse componenti come device innovativi, wearable per pazienti, soluzioni digitali a supporto e integrazione della diagnostica.
Il 4.0 nel comparto farmaceutico inizia dai reparti produttivi, fabbriche intelligenti dove la parola chiave è “ottimizzazione” che si raggiunge grazie a sofisticati sistemi di analytics, IoT e attraverso sistemi predittivi sempre più precisi, per lo più basati su sistemi di machine learning. Ma c’è un altro fondamentale ambito in cui la Digital Transformation sta iniziando a dare frutti molto promettenti ed è quello della ricerca e dello sviluppo. Qui il “fare rete” è reso ancora più efficiente dai nuovi sistemi di collaborazione digitale. Dalla produzione di farmaci ai laboratori di ricerca, per poi giungere fino ai pazienti, il 4.0 sta facendo sentire tutta la sua potenza cambiando radicalmente il modo in cui le aziende farmaceutiche si interfacciano con i propri consumatori.
L’uso di soluzioni digitali in sanità ha il potenziale di innovare completamente i processi sanitari e di aumentarne la qualità rendendoli più efficienti e meno costosi. La e-health infatti ridefinisce non solo i processi esistenziali, ma anche quelli organizzativi all’interno delle strutture sanitarie, permette la cura dei pazienti a distanza tramite tecnologie che consentono l’interazione e il monitoraggio da remoto dei parametri clinici e permette la fruizione e la conservazione di informazioni in archivi digitali. Nella e-health viene generata un’enorme quantità di dati relativi a diagnosi, percorsi terapeutici, farmaci, dispositivi medici, analisi di laboratorio, fatturazioni delle prestazioni. I tanto citati Big Data.
I Big Data sanitari: il motore della rivoluzione
All’origine della trasformazione digitale c’è un’enorme disponibilità di dati che la rete internet ha reso disponibile: i Big Data, le tracce digitali che ognuno di noi dissemina da moltissimi diversi device. La sfida è quella di raccogliere tutte queste informazioni, interpretarle per rendere più efficiente il proprio business, dalla produzione alla distribuzione fino al marketing e al customer care. In particolare in ambito farmaceutico i Big Data servono a migliorare la qualità dei prodotti, tenere sotto controllo gli effetti collaterali e la loro diffusione, monitorare e rendere più efficiente la rete di distribuzione, valutare le fase di vita dei farmaci e le reazioni dei pazienti. Avere a disposizione un numero sempre crescente di dati, per le aziende del Pharma, significa soprattutto aumentare la conoscenza dei pazienti fino ad arrivare ai singoli individui, con le loro problematiche, i loro comportamenti, le loro esigenze. Immaginando un futuro non troppo lontano, l’accesso concordato ai dati medici e comportamentali di un cliente, anche da parte del farmacista, potrebbe permettergli di conoscere le sue abitudini, il suo stato di salute, il suo modo di comportarsi. Il farmacista in questo modo diventerà proattivo nella proposta di un servizio o di un prodotto farmaceutico, consigliando correttivi e precauzioni e passando così da venditore di medicinali a vero e proprio “coach” della salute del cliente.
5G wearable, IoT e telemonitoraggio: il futuro è qui
La nuova tecnologia 5G contribuirà sempre più sensibilmente alla trasformazione digitale e alla sostenibilità del settore sanitario. Il 5G infatti è applicabile in molti ambiti della Sanità, dalla chirurgia a distanza, alle protesi avanzate che sfruttano i dati, fino ai dispositivi wearable (cioè “indossabili”). È proprio questo settore ad essere destinato a subire i cambiamenti più profondi dalla diffusione del 5G. La quinta generazione di reti mobili combinata alla diffusione di dispositivi IoT, sempre più sofisticati e intelligenti, sarà in grado di evolvere il concetto stesso di sanità, portandola da un sistema sempre più orientato a un’assistenza digitale domiciliare. Proprio la diffusione dei wearable, supportati dalla velocità e dalla qualità della rete 5G, sta aprendo porte fino a poco tempo fa inimmaginabili nella sanità italiana con benefici sia per i pazienti che per gli enti ospedalieri: dalla riduzione di tempi e spostamenti, alla raccolta di dati e informazioni importantissimi in termini di ricerca clinica.
I wearable device, per esempio, permettono un monitoraggio continuo dello stato di salute dei pazienti e dei parametri vitali (battito cardiaco, temperatura corporea, pressione arteriosa, ecc.) con relativa trasmissione di dati medici in tempo reale. Con la pandemia poi il tele monitoraggio è diventato un supporto davvero essenziale. Ma l’utilizzo dei device connessi e intelligenti in ambito medico non si limita a questo: gli stessi medici infatti possono indossarli per potere, per esempio, effettuare operazioni chirurgiche a distanza, assistiti da un’équipe in sala operatoria con il paziente; si tratta appunto dell’innovativa chirurgia da remoto o telechirurgia robotica che, permettendo di operare anche a centinaia di chilometri di distanza, assicura una maggiore tempestività in caso di emergenza oltre che un minor numero di rischiosi trasferimenti.