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Il distretto abruzzese, fiore all’occhiello del settore farmaceutico italiano

In crescita le quote di export dell’industria farmaceutica italiana

Quasi 300 aziende (282 per l’esattezza) e un fatturato complessivo registrato nel 2022 di 10,7 miliardi di euro, pari allo 0,6% del PIL italiano. Sono questi i risultati delle imprese che operano nel settore pharma, la famosa industria farmaceutica italiana fiore all’occhiello del Paese, in grado di pareggiare in Europa con quella tedesca e francese.

Nel 2022 l’Italia ha registrato una significativa crescita della produzione, confermatasi anche nei primi mesi del 2023 (+10%) e dell’export, soprattutto in termini di produzione di farmaci e di vaccini contro il Covid-19. Come riportato nell’ultimo report farmaceutico di Allianz Trade, i principali mercati di sbocco dell’export italiano sono quelli europei, che assorbono il 69,4% del totale delle esportazioni, mentre tra i Paesi extraeuropei il partner principale è rappresentato dagli Stati Uniti (15,2%) seguito dai Paesi dell'Asia orientale (9,3%). Tra i Paesi europei invece le principali mete sono state:

  • Belgio (19%),
  • Germania (17,3%)
  • Svizzera (8,5%) 
  • Paesi Bassi (7,5%)
  • Francia (6%)

La crescita delle case farmaceutiche italiane è legata in primis alla volontà di investire in ricerca e sviluppo, ma anche a una vocazione internazionale e alle specializzazioni che si sono andate a delineare nel tempo, come la produzione di plasmaderivati e vaccini, il cui saldo estero nel 2022 ha raggiunto i 12,4 miliardi.

L’Abruzzo è tra le prime quattro regioni per la produzione di farmaci

La regione Abruzzo si conferma in posizione di eccellenza nel settore del farmaco, grazie alla produttività delle sue risorse e agli investimenti in particolare nell’ambito della ricerca. In base a quanto riportato nell’ultimo report farmaceutico di Allianz Trade, nel 2022 il distretto contava circa tremila addetti, (1.300 diretti e oltre 1.600 nell'indotto), 800 milioni di euro di export (+172% in cinque anni, classificandosi tra le prime quattro province in Italia per crescita delle esportazioni), con la città dell’Aquila seguita da Pescara, a trainare il successo, raggiungendo un aumento della produttività (+58%) superiore a quello di Francia, Spagna e Germania. Fattori che concorrono a rendere il distretto abruzzese un distretto di spicco, che affonda le sue radici in una tradizione decennale costituita da stabilimenti che producono ed esportano in tutto il mondo compresse blockbuster e farmaci biotecnologici innovativi.

Questi risultati sono garantiti soprattutto dalla presenza in regione di big del settore come Menarini, Sanofi, Dompé e Alfasigma, tutte dotate di grandi stabilimenti forniti di tecnologie innovative e in alcuni casi ricostruiti a seguito del terremoto. Laboratori in cui si producono ed esportano nel mondo miliardi di capsule e compresse blockbuster, basti pensare che solo nello stabilimento Menarini, nel distretto aquilano, terzo in Italia per dimensioni, vengono prodotte ogni anno circa 73 milioni di confezioni dirette in più di 60 Paesi. Sanofi, che invece ha sede a Scoppito (in provincia dell’Aquila) realizza ogni anno circa 124 milioni di confezioni (di cui il 50% per l’export), dedicando particolare attenzione anche agli investimenti in ricerca e sviluppo. Ad Alanno (in provincia di Pescara) si trova invece uno stabilimento di produzione Alfasigma all’avanguardia nel panorama dei farmaci italiani e internazionali, con oltre 400 addetti e una produzione media annua di più di 550 milioni di dosi singole di solidi orali, 82 milioni di iniettabili, 52 milioni di confezioni di prodotto finito e oltre 90 mercati serviti. Dompè, con sede a l’Aquila, si distingue invece per i farmaci innovativi e biotech, grazie ai quali con le esportazioni italiane negli Stati Uniti ha coperto il 72% dei ricavi nel 2022, pari a circa 776 milioni di euro.

Questi numeri rendono il distretto abruzzese (concentrato principalmente tra l’Aquila e Pescara) un vero e proprio fiore all’occhiello italiano, forte di grandi numeri legati alla produzione, ma anche a un impegno attivo nello studio e nella ricerca, grazie alla collaborazione con l’università dell'Aquila.

«L'Abruzzo è un territorio strategico dell'industria farmaceutica italiana - ha affermato Marcello Cattani, presidente di Farmindustria - sia per la capacità di resilienza e la voglia di guardare al futuro, come dimostrato dopo il tragico terremoto del 2009, sia per la presenza di molte aziende, radicate nel territorio da anni, diverse e sempre innovative, a capitale italiano o internazionale, che rappresentano tutte il made in Italy e creano opportunità di buona occupazione e rapporti sinergici con le aziende locali dell'indotto».

Se da un lato le imprese del settore vogliono continuare a investire nella regione perché credono nella potenzialità dell’Abruzzo e in quella dell’Italia, dall’altro lato la decisa concorrenza internazionale, che fa leva su politiche di attrazione per gli investimenti e sull’aumento dei costi, obbliga il settore a tener conto dei futuri rischi e a mitigarli prima che sia troppo tardi.