Si prevede una crescita del commercio globale del +5,4% nel 2022 e del +4,0% nel 2023. È questo la risultato dello studio “GLOBAL TRADE REPORT “ realizzato dal team di economisti guidato da Ludovic Subran - chief economist di Allianz e Allianz Trade.

Ma per leggere bene questi dati ci sono alcuni fattori da analizzare.

Le attuali carenze produttive - dovute principalmente ai nuovi focolai di Covid - rappresentano il 75% della prevista contrazione del volume globale degli scambi, mentre il restante 25% è spiegato dalle strozzature della supply chain che rimarranno elevate almeno fino al secondo semestre del 2022.

Lo Studio spiega in tre punti perché il ripristino dell’equilibrio domanda-offerta potrà avvenire solo a partire dal secondo semestre del 2022.

1) Dopo il picco di spesa raggiunto nel 2020, i consumi torneranno a livelli normali, pur restando ancora sopra la media.

2) Anche la carenza di scorte si sta regolarizzando e la capacità produttiva è destinata ad aumentare, grazie ad un aumento diffuso di investimenti mirati (principalmente negli Stati Uniti).

3) La congestione di porti e hub dovrebbe migliorare grazie all’aumento della nuova classe di navi mega-portacontainer (che già rappresentano il 6,4% della flotta esistente) e grazie agli investimenti per ampliare le infrastrutture portuali (gli USA prevedono $ 17 mld di finanziamenti).

Ma i nodi cruciali dei commerci rimangono l’estrema fragilità delle supply chain, che soffrirà oltre il 2022 ancora di troppe strozzature alle infrastrutture, specialmente in Europa, e soprattutto la dipendenza dei mercati occidentali dalle esportazioni del gigante Cina, dai cui derivano le filiere produttive legate alla lavorazione dei metalli (alluminio, litio, minerale di ferro, rame, stagno, zinco e magnesio) e all’automotive. Una simulazione mostra che un calo di importazioni dalla Cina del 10% rappresenterebbe per l’UE un freno di oltre -6% nel settore metalmeccanico, di oltre -3% nel settore automobilistico e oltre il -1% in computer ed elettronica.

Questi fattori avranno effetti diversi sulle bilance commerciali dei vari Paesi, nel 2022-2023: gli USA si aspettano di registrare un deficit record di circa $1.300 mld; la Cina invece avrà un avanzo di $760 mld; l’Eurozona di $330 mld. Dall’Area Asia-Pacifico le esportazioni più performanti nel 2022 riguarderanno energia, elettronica e macchinari e attrezzature; con automotive a guidare, anche grazie all’arretrato di ordini insoluti.  

Lo Studio chiude con una considerazione a cui molti sono interessati. Nonostante le varie strozzature della supply chain, finora non si registra una chiara tendenza al reshoring o al nearshoring delle attività industriali occidentali.

La normalità post-Covid quindi tornerà, ma forse non nei tempi brevi auspicati.

 

Guarda il video per scoprire tutti gli insights

Il «Global Trade Report» è il nuovo studio realizzato dal team di economisti Euler Hermes e Allianz Trade. Si prevede una crescita del commercio globale del +5,4% nel 2022 e il ripristino dell’equilibrio domanda-offerta potrà avvenire solo a partire dal secondo semestre, a causa delle attuali carenze produttive dovute ai nuovi focolai di Covid e alle strozzature della Supply Chain.