La Germania è stato il primo grande mercato retail europeo ad eliminare a livello nazionale le restrizioni sui "negozi non essenziali" il 20 aprile, ponendo fine alla chiusura obbligatoria di cinque settimane della maggior parte dei negozi non alimentari. Mentre la mossa è benvenuta per i proprietari di negozi rimasti con zero fatturato ma bollette e scadenze da pagare, crediamo che il settore sia tutt'altro che fuori pericolo. Tenendo conto delle dimensioni del segmento, della stagionalità e delle restrizioni, riteniamo che questa chiusura di cinque settimane di negozi non essenziali può aver costato ai rivenditori tedeschi un fatturato di 26 miliardi di euro.
Un'uscita a due velocità dal blocco. Una delle caratteristiche principali dell'uscita progressiva dal blocco è l'esclusione dei negozi con una superficie superiore a 800 metri quadrati, una decisione contrastata dal più grande ente commerciale del paese (HDE). Poiché le dimensioni medie dei negozi variano notevolmente da un segmento all'altro, si prevede che questa limitazione introdurrà un riavvio a due velocità del settore del commercio al dettaglio. Guardando i dati strutturali sulla superficie del commercio al dettaglio tedesco, troviamo che i rivenditori di mobili sono i più soggetti a soffrire della limitazione con una dimensione media del negozio di circa 1.400 metri quadrati. I grandi magazzini, con una media di 730 metri quadrati, sono al limite così come i rivenditori di elettronica (370 metri quadrati), anche se in misura minore. Nel complesso, troviamo che i segmenti con una dimensione media dei negozi inferiore agli 800 mq rappresentano oltre l'80% del fatturato dei negozi non essenziali.Preservare la liquidità è la priorità numero uno. Il ritorno alla normalità sarà molto progressivo, con un allontanamento sociale e norme igieniche rigorose che probabilmente dureranno mesi, e la fiducia dei consumatori al minimo. Le misure di sostegno per aiutare le aziende a superare le loro esigenze di finanziamento saranno di fondamentale importanza, così come un attento monitoraggio dei flussi di cassa:
- I rivenditori dovranno innanzitutto finire le scorte e sbloccare il capitale immobilizzato prima di effettuare nuovi ordini. I beni acquistati rappresentano in media circa i due terzi delle spese dei rivenditori, con inventari che vanno dai 40 ai 120 giorni di attività normale tra la grande distribuzione e i vari segmenti. In alcuni settori, anche se pochi, le scorte si deprezzano molto rapidamente (moda, fiori...) e i dettaglianti sono più a rischio di rimanere a corto di liquidità.
- Poiché l’affollamento dei negozi si riprenderà solo gradualmente, è probabile che i proprietari di negozi utilizzino il Kurzarbeit (lavoro a orario ridotto) il più a lungo possibile. Il costo del lavoro, inclusi i contributi sociali, rappresenta in media circa il 15% della spesa totale.
- Per quanto riguarda gli affitti (in media il 5% della spesa totale), si riscontra che molti conduttori cercano di negoziare i termini o di posticipare il pagamento dell'affitto, anche per le situazioni più floride. La dimostrazione viene dal Regno Unito e dagli Stati Uniti dove i pagamenti puntuali degli affitti sono crollati nelle ultime settimane.
Figura 1 - Top 10 dei segmenti merceologici non essenziali in Germania e superficie media dei negozi