EXECUTIVE SUMMARY

 

  • PIL dell'Eurozona: Stabile nonostante il rallentamento economico della Germania. L'economia dell'Eurozona è cresciuta di nuovo di un robusto +0,3% q/q nel 2° trimestre 2024, superando leggermente le nostre previsioni. Francia (+0,3%) e Spagna (+0,8%) hanno ottenuto risultati migliori del previsto, mentre la Germania (-0,1%) si è dimostrata ancora una volta debole come previsto. Per il futuro, prevediamo una crescita dell'Eurozona leggermente superiore al potenziale, sostenuta dai consumi e dagli investimenti, in considerazione dell'aumento dei salari e del permanere dei fondi NGEU. L'inflazione a luglio ha sorpreso al rialzo, salendo al 2,6% a/a (core 2,9%), a causa delle continue pressioni sui prezzi nel settore dei servizi. Pertanto, manteniamo la nostra richiesta di un solo altro taglio da parte della BCE nel 2024. Ma le prossime letture sull'inflazione devono dimostrare che l'ultimo dato è stato solo un intoppo e non qualcosa di più strutturale.
  • Il deprezzamento del dollaro ridurrà il deficit commerciale degli Stati Uniti? Con il dollaro ai massimi da oltre 40 anni, è improbabile che la politica tariffaria sia sufficiente a risolvere lo squilibrio commerciale degli Stati Uniti. In campagna elettorale la cerchia ristretta di Donald Trump ha avanzato l'idea di un nuovo Accordo di Plaza (22 settembre 1985) per deprezzare il dollaro, sollevando le preoccupazioni degli osservatori sull'inflazione, in particolare dei grandi rivenditori statunitensi. Una mossa così audace richiederebbe tempo e la collaborazione di altri Paesi disposti a intervenire e a rafforzare le proprie valute, che non sarebbe facile da ottenere anche se venisse offerta una ricompensa sotto forma di riduzione dei dazi o di accesso privilegiato al mercato statunitense. Una tale decisione richiederebbe anche l'approvazione della Fed, poiché il Tesoro non ha abbastanza dollari da vendere. Sebbene l'evidenza storica dimostri che il deprezzamento del dollaro può avere un effetto, questo avviene con un certo ritardo e si tradurrebbe in un allentamento monetario degli Stati Uniti in un momento in cui l'inflazione non è del tutto sotto controllo. Una politica valutaria così interventista metterebbe in discussione il quadro di politica monetaria esistente e molto credibile. e quindi lo status di valuta dominante del dollaro USA.
  • Guadagni del secondo trimestre: Una stagione piena di "what if". L'attuale stagione degli utili ha dato risultati contrastanti, con alcuni settori che hanno sovraperformato (servizi di comunicazione, tecnologia) e altri che invece hanno faticato (materiali). Negli Stati Uniti, l'S&P 500 sta registrando una crescita moderata, ma la cautela degli investitori è evidente a causa delle preoccupazioni sul potenziale futuro degli utili e dei ricavi. In Europa, il mercato del lusso e i settori ciclici stanno subendo un rallentamento, anche se le banche stanno registrando buone performance nonostante le incertezze economiche. In prospettiva, si prevede che la combinazione di resilienza economica e allentamento della politica monetaria sosterrà un'ulteriore crescita degli utili e dei ricavi. Tuttavia, le potenziali correzioni del mercato continuano a preoccupare, in particolare nei settori in cui le valutazioni possono risultare esagerate.
Lo studio completo “I numeri positivi della crescita dell'Eurozona” è scaricabile a questo link: