EXECUTIVE SUMMARY 

 

  •  La crisi del Mar Rosso: non è (ancora) un campanello d'allarme per l'economia globale. Gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso hanno interrotto una rotta commerciale vitale, portando a un reindirizzamento più costoso e dispendioso in termini di tempo intorno all'Africa. I prezzi delle spedizioni, compreso il trasporto container, sono aumentati del +240% da novembre 2023, raggiungendo i livelli visti nel Q4 2022, ma per ora ben al di sotto del picco del 2021. Le perturbazioni di breve durata conterrebbero l'impatto sull'economia globale. Poiché la domanda negli Stati Uniti e in Europa è inferiore del -10% rispetto a tali livelli, le scorte rimangono elevate e i margini delle imprese industriali hanno spazio per assorbire gli aumenti dei prezzi dei fattori produttivi. Tuttavia, se la crisi dovesse persistere per diversi mesi, un raddoppio dei prezzi delle spedizioni spingerebbe l'inflazione globale verso l'alto di +0,5 punti percentuali, con una conseguente riduzione di -0,4 punti percentuali della crescita del PIL. I prezzi dell'energia sono il fattore più vulnerabile, poiché il 12% del petrolio trasportato via mare e l'8% del gas naturale liquefatto passano attraverso il Canale di Suez, facendo sì che i prezzi dell'energia in Europa rimangano altamente volatili.
  •  In secondo luogo, l'inflazione negli Stati Uniti: ritorno all'obiettivo della Fed nel 2024? I dati sull'IPC di dicembre sono stati più forti del previsto. Ciononostante, gli indicatori prospettici sull'inflazione dei generi alimentari e degli alloggi appaiono incoraggianti. Con i salari che dovrebbero continuare a crescere fortemente nel 2024 (anche se in calo rispetto al 2023), la nostra analisi suggerisce che un calo di soli 0,3 punti percentuali dei margini societari potrebbe portare l'inflazione a circa il 2,3%, sostanzialmente in linea con l'obiettivo della Fed. Ciò sembra raggiungibile, considerando che i margini societari si attestano attualmente ben al di sopra del trend implicito pre-pandemia e in un contesto di rallentamento dell'economia statunitense.
  • In terzo luogo, i taiwanesi si sono recati alle urne lo scorso sabato per eleggere un nuovo presidente e un nuovo parlamento. A parte le preoccupazioni interne, queste elezioni comportano una posta in gioco alta per le relazioni di Taiwan con la Cina, le tensioni tra Stati Uniti e Cina e le catene di approvvigionamento globali. Il candidato più scettico nei confronti della Cina, Lai Ching-te, ha vinto le elezioni presidenziali. Ciononostante, le tensioni tra le due sponde dello Stretto dovrebbero essere contenute (almeno nel breve termine) con l'opposizione che ha  strappato la maggioranza in parlamento.
  • In quarto luogo, tutto è più alto contemporaneamente: i mercati dei capitali hanno registrato forti rendimenti nell'ultimo trimestre del 2023 grazie a un improvviso ottimismo su tagli dei tassi. Questo cambiamento ha fatto seguito a riunioni accomodanti delle banche centrali e a una rapida tendenza alla disinflazione. Tuttavia, le valutazioni delle obbligazioni e delle azioni appaiono eccessive, sollevando preoccupazioni per il 2024, soprattutto se le banche centrali non riusciranno a realizzare il numero di tagli attualmente prezzati dai mercati. Ci aspettiamo ancora rendimenti positivi, ma notevolmente inferiori in un contesto di maggiore volatilità.
Lo studio completo “Impatto della crisi del Mar Rosso” è scaricabile a questo link: