- Dazi sulle auto negli Stati Uniti: L'UE può seguire l'esempio? L'ultima mossa aumenterà l'aliquota tariffaria effettiva globale degli Stati Uniti di un misero 0,2 punti percentuali, portandola al 2,7%, e l'aliquota tariffaria effettiva sulle merci cinesi di un punto percentuale, portandola al 13,5%. Tuttavia, riporta sotto i riflettori temi come l'aumento degli investimenti cinesi in Messico, la deviazione del commercio e la fatturazione errata e gli aggiustamenti dei tassi di cambio, che rimarranno sotto i riflettori anche in vista delle elezioni americane. La posta in gioco è più alta in Europa: non sarà facile seguire l'esempio senza danneggiare la propria industria automobilistica, che dipende molto di più dalla Cina per i profitti e le entrate, o mettere a rischio la propria transizione ecologica. La Cina è il più grande esportatore di auto nuove nell'UE sia in termini di valore che di volume e le vendite di veicoli elettrici cinesi sono in aumento. L'imposizione di ulteriori tariffe sui veicoli elettrici cinesi comporterebbe prezzi ancora più alti per i consumatori europei, il che potrebbe ritorcersi contro le ambizioni climatiche dell'UE.
- L'inflazione rimane elevata negli Stati Uniti, anche se scende in Europa. Ad aprile, l'inflazione si è attestata al +3,4% su base annua (solo -0,1pp rispetto a marzo), trainata da aumenti ancora forti dei prezzi dei servizi di base e degli alloggi. Sebbene la politica fiscale, l'aumento dell'immigrazione e la Fed - quest'ultima accusata di persistenti limitazioni dell'offerta - siano spesso indicati come i motivi principali alla base dell'inflazione persistente, scopriamo che le condizioni finanziarie più allentate sono la causa principale e rappresentano più della metà dell'aumento delle pressioni sui prezzi nel 2024, anche se i tassi di interesse statunitensi sono al 5,5% dal luglio 2023. In prospettiva, il proseguimento della stretta quantitativa dovrebbe iniziare a drenare la liquidità tra non molto, ma ci aspettiamo che l'inflazione inizi a normalizzarsi non prima del quarto trimestre del 2024.
- CEE e Turchia: La ripresa dell'inflazione rallenterà il ciclo di allentamento monetario. L'aumento dei prezzi dei generi alimentari e dell'energia ha posto fine alla rapida disinflazione in Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria e ci aspettiamo che l'inflazione torni a salire al di sopra degli obiettivi delle banche centrali entro la fine del 2024. In Romania, invece, l'inflazione è rimasta più rigida. Di conseguenza, ci aspettiamo che il ritmo degli attuali cicli di allentamento monetario in Repubblica Ceca e Ungheria rallenti, mentre Romania e Polonia aspetteranno fino alla fine dell'anno per ridurre i tassi di riferimento. In Turchia, invece, l'inflazione è destinata a salire oltre il 70% questo mese, per poi iniziare a scendere fino a circa il 40% entro la fine del 2024. È probabile che la banca centrale turca mantenga il tasso di riferimento invariato al 50% fino a quando l'inflazione non sarà scesa al di sotto di questo livello verso la fine di quest'anno. Un primo taglio del tasso di riferimento è quindi possibile nel quarto trimestre del 2024.
EXECUTIVE SUMMARY
Lo studio completo “Il dilemma dei dazi USA-Cina per l'Europa” è scaricabile a questo link: