EXECUTIVE SUMMARY

 

  • Più emissioni di quelle che si vedono: Anche senza considerare il boom delle criptovalute, il settore ICT globale emette una quantità di gas serra pari a quella del settore dell'aviazione. Il settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) guida la crescita economica, consente la trasformazione digitale, favorisce l'innovazione e promuove la collaborazione e la connettività globale. Ma questi benefici hanno un costo: la quota delle TIC nelle emissioni globali di gas serra oscilla tra l'1,8 e il 2,8% nel 2020. In uno scenario di business-as-usual, ipotizzando che l'intensità di emissione dell'elettricità utilizzata rimanga invariata, il settore ICT sarebbe responsabile di 830 MT di emissioni di CO2 entro il 2030. E questo prima di prendere in considerazione il boom delle criptovalute, come Bitcoin ed Ethereum, che consumano fino a 240 terawattora di elettricità all'anno, più del consumo annuale di elettricità dell'Australia.
  • La buona notizia è che le prospettive di decarbonizzazione sono migliori nel settore ICT. La sua impronta di carbonio dipende in larga misura dal mix di energia elettrica, quindi è probabile che le emissioni diminuiscano costantemente con l'aumento della quota di energia elettrica rinnovabile e il miglioramento dell'efficienza energetica delle apparecchiature. Molti operatori di telefonia mobile e altre industrie ICT hanno fissato obiettivi di neutralità delle emissioni di carbonio e di azzeramento delle emissioni, allineati al percorso di decarbonizzazione di 1,5°C, che contribuiranno a tenere sotto controllo il consumo di elettricità e le emissioni di carbonio.  Le emissioni rimanenti potrebbero essere ridotte ottimizzando il ciclo di vita del prodotto, ossia valutando la selezione dei materiali, le scelte progettuali, la produzione e il trasporto.
  • La decarbonizzazione delle criptovalute dovrebbe essere in cima all'agenda, ma anche la blockchain può svolgere un ruolo chiave nell'azione per il clima. L'estrazione di Bitcoin sta sottraendo elettricità ad altre priorità, come l'elettrificazione degli edifici, dei trasporti e della produzione. Inoltre, anche se il passaggio alle energie rinnovabili ha il potenziale per ridurre le emissioni di gas serra, non può essere fatto abbastanza rapidamente se la domanda di energia continua a crescere, il che potrebbe rallentare l'eliminazione graduale delle centrali elettriche a combustibili fossili. Alcuni Paesi, come la Cina, hanno preso misure drastiche e hanno vietato il Bitcoin, ma questo sembra aver solo spinto i minatori alla clandestinità: La Cina è ancora il secondo minatore di Bitcoin al mondo dopo gli Stati Uniti.  Misure meno drastiche potrebbero anche favorire la riduzione delle emissioni attraverso i progressi tecnologici. Allo stesso tempo, la blockchain può essere utilizzata per contribuire a costruire la fiducia e l'ambizione nei negoziati sul clima, fornendo un'infrastruttura digitale interoperabile e open-source che potrebbe consentire la misurazione, la rendicontazione e il monitoraggio trasparenti dei Contributi Nazionali Determinati (NDC). Inoltre, data la sua trasparenza e accessibilità, la blockchain può anche contribuire a costruire un quadro per un mercato volontario del carbonio (CVM) affidabile e scalabile per lo scambio di crediti di carbonio.
  • Per decarbonizzare ulteriormente il settore ICT, i responsabili politici dovranno stimolare un cambiamento nel comportamento dei consumatori. La maggior parte delle emissioni proviene dai dispositivi degli utenti ed è improbabile che il comportamento dei consumatori cambi drasticamente verso l'utilizzo di un minor numero di dispositivi in futuro. Anzi, è probabile il contrario. Ciò significa che questi cambiamenti dovrebbero essere imposti dall'alto verso il basso attraverso regolamenti o incentivi.
Lo studio completo “Più emissioni di quanto si pensi: decarbonizzare il settore ICT” è scaricabile a questo link: