EXECUTIVE SUMMARY

 

  • L'aumento dei rischi politici ha esacerbato le prospettive economiche già difficili per l'Italia. In vista delle elezioni anticipate del 25 settembre, una coalizione di destra composta da Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia è attualmente in testa alle urne ed è probabile che si assicuri la maggioranza parlamentare. Tuttavia, con i sondaggi del Partito Democratico più moderati al 23% e le possibili coalizioni post-elettorali non ancora chiare, un certo grado di incertezza permane nel risultato.
  • Gli impegni della campagna si concentrano su costose spese fiscali, che potrebbero mettere alla prova le finanze pubbliche già tese. Inoltre, le riforme relative a NGEU richiederanno un'attuazione tempestiva per garantire i fondi..
  • I rischi al ribasso per le prospettive fiscali aumenteranno se il nuovo governo "tornerà indietro" alla dissolutezza fiscale pre-Draghi. È necessaria una maggiore spesa per proteggere le famiglie e le imprese vulnerabili dallo shock dei prezzi dell'energia.
  • Le attuali dinamiche del debito stanno migliorando a causa dell'elevata inflazione (superiore al 5% anche nel 2023), ma stabilizzare il debito nel medio e lungo termine richiederà un maggiore sforzo fiscale dato il previsto rallentamento dell'attività economica; ora ci aspettiamo una contrazione del PIL dello 0,5% nel 2023. Anche se non prevediamo una ripetizione delle lotte fiscali del 2018, molto dipenderà dall'esito delle elezioni e dal progetto di bilancio per il 2023.
  • I mercati dei capitali non hanno reagito con forza (dato che le elezioni erano ad un certo punto scontate). L'allargamento dello spread creditizio sovrano rispetto al Bund tedesco riflette principalmente l'aumento generale dei tassi di interesse piuttosto che il rischio idiosincratico dell'Italia.
Lo studio completo “Elezioni italiane: cosa aspettarci dai mercati? ” è scaricabile a questo link: