EXECUTIVE SUMMARY

 

  • Il costo della svolta anticipata della Fed. Sebbene si preveda che il FOMC manterrà i tassi stabili la prossima settimana, i progressi sull'inflazione (nonostante le tensioni nel Mar Rosso) hanno portato alcuni operatori di mercato ad aspettarsi una svolta già a marzo 2024, provocando uno scollamento insolitamente ampio tra la posizione monetaria restrittiva della Fed e l'allentamento delle condizioni finanziarie, in particolare la vivacità del mercato azionario. Stimiamo che un taglio dei tassi da parte della Fed a marzo potrebbe far salire l'inflazione di +0,5 punti percentuali entro la fine dell'anno al 2,9%, compromettendo potenzialmente la credibilità della banca centrale. A fronte del rischio di un allentamento prematuro della politica monetaria che porti a nuovi picchi di inflazione, ci aspettiamo ancora che la Fed cambi rotta solo a giugno.
  • Mar Rosso 0 – 1 Eccesso di scorte (ad eccezione del settore automobilistico). Con la domanda in calo dal 2022, la maggior parte dei settori manifatturieri sta lottando con un eccesso di scorte, soprattutto in Europa e in Cina. Da un lato, una liquidazione più lenta delle scorte in Europa potrebbe fornire un cuscinetto contro eventuali interruzioni della catena di approvvigionamento che potrebbero derivare da una prolungata crisi del Mar Rosso. Ma il settore automobilistico potrebbe non essere così fortunato: con un rapporto tra scorte e vendite molto basso, il settore è molto sensibile agli shock dell'offerta derivanti dalla crisi del Mar Rosso e le aziende non sembrano aver imparato dalla recente crisi dell'offerta. D'altra parte, l'aumento delle scorte sta già erodendo il potere di determinazione dei prezzi sia per le aziende europee che per quelle statunitensi, in particolare nei settori tessile, dell'arredamento, dei metalli, della carta e dei prodotti chimici. L'assorbimento dei costi dovrebbe essere la norma nel 2024.
  • L'Eurozona è sulla buona strada per il suo atterraggio morbido. Mentre i consumi privati e gli investimenti rimangono modesti, il mercato del lavoro continua a essere eccezionalmente forte e i redditi reali sono in aumento, migliorando finalmente le prospettive per i consumi privati. L'output gap è ora significativamente negativo, il che lascia spazio a un recupero meccanico rispetto ai livelli potenziali. Inoltre, gli indici PMI di gennaio suggeriscono una forza di recessione aggiuntiva limitata, poiché l'attività delle imprese nel settore manifatturiero è migliorata fino alla lettura più alta degli ultimi dieci mesi, anche se a livelli ancora bassi. Gli indicatori dei prezzi rivelano un rischio al rialzo limitato per le prospettive di inflazione dell'Eurozona e, con i prezzi dell'energia che rimangono stabili, continuiamo ad aspettarci che la disinflazione prenda piede e consenta un primo taglio dei tassi della BCE a luglio. L'ultima indagine della BCE sul credito bancario mostra che l'impatto più significativo dell'inasprimento ha superato il picco.
Lo studio completo “Il costo del cambio di rotta anticipato della Fed” è scaricabile a questo link: