- Questa settimana segna due anni dall'invasione russa dell'Ucraina, che ha fatto impennare i prezzi dell'energia e l'inflazione, intensificando la stretta monetaria in tutto il mondo. Facciamo il punto sulle conseguenze economiche, per l'economia russa, per i mercati energetici, per l'Europa e per i mercati dei capitali:
- Russia: la forte crescita riflette l'economia di guerra piuttosto che la resilienza. La crescita del PIL reale più forte del previsto nel 2023 (+3,6%) riflette la ridistribuzione delle risorse verso le industrie belliche e l'edilizia, mascherando la sottoperformance della maggior parte degli altri settori. Prevediamo una crescita del +2,5% nel 2024. I prelievi dal National Wealth Fund garantiranno che il deficit fiscale della Russia rimanga gestibile quest'anno, ma il finanziamento potrebbe diventare difficile in seguito. L'avanzo delle partite correnti si è notevolmente ridotto nel 2023, poiché le esportazioni sono crollate mentre le importazioni sono rimbalzate, aiutate dalle esportazioni dell'UE sanzionate che continuano a farsi strada verso la Russia attraverso paesi terzi. Tuttavia, gli investimenti esteri si sono prosciugati poiché gli investitori si allontanano dalla Russia.
- Mercati energetici: staccare la spina dalla Russia ha un costo elevato. L'Europa sta affrontando con successo un secondo inverno senza gas russo, grazie al risparmio energetico e all'aumento dei flussi di GNL. Ma i prezzi dell'energia sono ancora più alti del +35% e anche l'Europa ha raddoppiato i sussidi ai combustibili fossili per proteggere famiglie e imprese. L'unico lato positivo deriva dal peso crescente delle energie rinnovabili nel mix energetico, ma questo sforzo deve essere sostenuto nel lungo periodo.
- Europa: doppia inflazione, raddoppia i tassi d'interesse. Calcoliamo che la guerra abbia spinto l'inflazione già elevata dell'Europa di ulteriori +5 punti percentuali, costringendo la BCE ad aumentare i tassi di +200 punti base in più rispetto a quanto avrebbe fatto in assenza della guerra in Ucraina. Le società europee hanno beneficiato del potere di determinazione dei prezzi, mantenendo la redditività resiliente. Ma il potere d'acquisto delle famiglie è diminuito, con le bollette dell'energia e dei generi alimentari che sono aumentate rispettivamente di 673 euro e 1.316 euro, nonostante il sostanziale sostegno pubblico (in media il 4% del PIL) che ha messo ulteriormente a dura prova le finanze pubbliche europee.
- Mercati dei capitali: tassi obbligazionari più elevati, maggiore volatilità. Sebbene i mercati dei capitali sembrino riguadagnare un po' di trazione rialzista e i motori di crescita delle obbligazioni societarie sembrino più resilienti di quanto previsto in precedenza, gli ulteriori rialzi dei tassi della BCE hanno portato a un'aggiunta di ulteriori 50-70 punti base alla parte lunga delle curve sovrane europee, a un ulteriore calo del 5-10% della performance dei mercati azionari e a un ulteriore ampliamento di circa 40-50 punti base degli spread societari. che ha comportato ulteriori perdite sostanziali nei portafogli esposti in EUR.
EXECUTIVE SUMMARY
Lo studio completo “Due anni di Guerra in Ucraina: l’impatto in Russia ed Europa” è scaricabile a questo link: