EXECUTIVE SUMMARY

 

  • Con le province che rappresentano quasi un quarto del PIL sotto blocco parziale o completo, il costo della politica cinese zero-Covid sta salendo. Prevediamo che le epidemie di omicron nel 1° trimestre e in aprile saranno costate -0,4pp di crescita del PIL nel 2022. Mentre la PBOC dovrebbe attuare un ulteriore taglio del tasso di interesse nel secondo trimestre del 2022, mentre per quell'anno sono previsti ulteriori investimenti pubblici pari a circa il 3% del PIL, il sostegno politico non sarà sufficiente ad attutire il colpo alla domanda interna. Di conseguenza, abbiamo tagliato la nostra previsione di crescita del PIL a +4,6% nel 2022, dal +4,9% previsto un mese fa. In uno scenario al ribasso in cui l'isolamento di Shanghai dura due mesi, e anche altre grandi città sono colpite, la crescita del PIL cinese nel 2022 rallenterebbe a +3,8%. In uno scenario peggiore in cui lo shock del 1° trimestre 2020 si ripete, la Cina crescerebbe solo del +1,3% quest'anno. Oltre alla situazione sanitaria interna, ulteriori rischi al ribasso potrebbero derivare da un peggioramento delle tensioni USA-Cina.
  • Cosa significa questo per il resto del mondo? Una contrazione del commercio globale in volume nel 2° trimestre 2022 è ora altamente probabile, come visto durante l'estate 2021 e come suggerito dalla nostra proiezione del disallineamento tra domanda e scorte globali. Il rallentamento della domanda cinese implica un deficit di esportazioni pari a 140 miliardi di dollari per il resto del mondo. Dal lato dell'offerta, un arresto improvviso dell'attività industriale cinese metterebbe a rischio la produzione globale, soprattutto nei settori dell'elettronica e dell'automobile. Inoltre, la congestione nei porti cinesi suggerisce che i ritardi di spedizione globali rimarranno probabilmente elevati per tutto il 2022, anche se rimarranno al di sotto dei massimi visti nel 2021. Le continue interruzioni della catena di fornitura creeranno ulteriori pressioni inflazionistiche a livello globale. Stimiamo che le attuali strozzature interne in Cina porteranno probabilmente ad aumenti di 0,2 punti percentuali nei tassi di inflazione annuali negli Stati Uniti e nell'Eurozona nel terzo trimestre, a parità di condizioni.
  • Cosa significa questo per i mercati? Ci aspettiamo che gli asset cinesi ed emergenti rimangano sotto pressione per il resto del 2022. Le severe misure anti-Covid e il rischio di ulteriori tensioni USA-Cina, che si sono esacerbate dopo l'invasione dell'Ucraina, continueranno a pesare sul clima di mercato. Tenendo conto delle prospettive degli asset cinesi, della loro interconnessione con i mercati globali e della dipendenza delle aziende straniere dalla domanda cinese, riteniamo che i mercati azionari emergenti potrebbero rivisitare i minimi del 2022. I fattori di disturbo in corso, tuttavia, se gestiti con successo, potrebbero portare a un 2023 positivo per gli asset rischiosi dei mercati emergenti, poiché una combinazione di valutazioni relativamente convenienti e di rinnovati effetti collaterali potrebbe sorprendere positivamente i mercati.
Lo studio completo “Il costo della politica zero-Covid per la Cina e il mondo” è scaricabile a questo link: