EXECUTIVE SUMMARY

 

  • La crescita globale sta entrando in una fase di debolezza quest'anno, dato che l'incertezza dovuta ai rischi geopolitici rimane elevata. Prevediamo una crescita del PIL globale del +2,9% quest'anno e del +2,5% nel 2023, in calo di -0,4pp e -0,3pp rispetto alla nostra ultima previsione di marzo. La revisione è dovuta ai maggiori impatti diretti e indiretti della guerra in Ucraina e delle chiusure più lunghe del previsto in Cina, che ridurranno la produzione di -1,2pp e -0,3pp rispetto alle nostre previsioni di marzo.
  • Il commercio globale ha probabilmente subito una contrazione nel 2° trimestre (-1,3% q/q). La riapertura cinese sosterrà alcuni effetti di recupero per il commercio, e quindi la crescita del PIL globale, verso l'estate, ma ci aspettiamo una ripresa piuttosto timida. Ora prevediamo che il commercio globale crescerà del +3,5% nel 2022 e del +3,6% nel 2023 in termini di volume, molto al di sotto del consenso. In termini di valore la forza del dollaro statunitense e l'alta inflazione nel 2022 spingeranno la crescita nominale al +10,4% prima di rallentare al +4,2% nel 2023.
  • Sebbene un atterraggio morbido rimanga il nostro scenario di base per il 2022,  i rischi di recessione si accumulano rapidamente. Questa volta le preoccupazioni non riguardano solo l'entità della recessione, ma anche gli effetti distributivi.
  • Con un'inflazione da record (8,1% nel 2022 a livello globale) è probabile che le famiglie e le società ridimensionino rispettivamente i consumi e gli investimenti.
  • Mentre il sentimento dei consumatori sta crollando, la fiducia delle imprese è ancora stabile. Tuttavia, il calo degli investimenti programmati suggerisce che le imprese stanno diventando più caute. L'inflazione rimarrà elevata più a lungo (4,7% nel 2023 a livello globale; oltre il 3% negli Stati Uniti, Eurozona e Regno Unito), aumentando i rischi di una spirale salari-prezzi.
  • Una sospensione completa e disordinata delle importazioni di petrolio e gas dalla Russia all'UE entro la fine dell'anno potrebbe portare uno scenario "avverso" (probabilità del 40%), in cui le principali economie vengono spinte in una recessione. In questo scenario, i responsabili delle politiche non riuscirebbero a salvare la situazione come nel 2020, in quanto le banche centrali si concentrano sulla lotta all'inflazione e limitano le opzioni di politica fiscale.
  • Nel frattempo, l'inversione di rotta prevista per la prima metà del 2023, con un taglio aggressivo dei tassi, non sarebbe sufficiente, arriverebbe troppo tardi.
Lo studio completo “Prospettive economiche e di mercato” è scaricabile a questo link: