EXECUTIVE SUMMARY

 

  • Alcune banche statunitensi rimangono sotto pressione, soprattutto quelle con un'ampia esposizione agli immobili commerciali (CRE). In particolare, il settore degli uffici è stato sottoposto a stress di mercato. Sebbene il rischio di credito CRE sia rimasto finora stabile, il calo delle valutazioni di mercato ha portato a standard di prestito più severi, soprattutto per le banche statunitensi più piccole, che detengono una quota sproporzionata di prestiti CRE. Parallelamente, la domanda di credito si è notevolmente indebolita.
  • I rischi potenziali del CRE si estendono oltre il settore bancario. I mercati pubblici a reddito fisso legati al CRE hanno già subito una correzione di circa il 20-30%, con una crescente differenziazione a seconda della qualità del credito. Allo stesso modo, i titoli azionari legati al settore CRE hanno subito un calo di valore e i Real Estate Investment Trust, pur essendo più liquidi, hanno ceduto in seguito alle pressioni di rimborso da parte degli investitori.
  • L'impatto delle perdite del CRE richiede un maggiore controllo. L'aumento delle svalutazioni delle esposizioni CRE, che pesano sulla solvibilità, limiterebbe ulteriormente l'attività di prestito e complicherebbe il compito della Federal Reserve di mantenere un orientamento monetario restrittivo; uno scenario così avverso potrebbe anche mettere ulteriormente alla prova la determinazione dei responsabili politici a sostenere la fiducia degli investitori, se un numero maggiore di banche registrerà crescenti perdite non realizzate dalle partecipazioni a reddito fisso..
Lo studio completo “Smart-working? La crisi delle  banche statunitensi” è scaricabile a questo link: