EXECUTIVE SUMMARY

 

  • L'economia statunitense si è dimostrata straordinariamente resistente alla più forte stretta monetaria degli ultimi decenni. Mentre il mercato immobiliare ha iniziato a risentire della crisi già nell'estate del 2022, il PIL del primo trimestre del 2023 dovrebbe mostrare una solida domanda interna di fondo, sostenuta da una robusta spesa per i consumi.
  • L'orientamento politico molto restrittivo della Fed non si è tradotto in un inasprimento delle condizioni finanziarie di mercato. Anche le recenti turbolenze bancarie non hanno portato a un inasprimento delle condizioni di finanziamento in generale, poiché i rendimenti dei Treasury sono scesi e il mercato azionario è rimasto solido (escluse le azioni bancarie).
  • Tuttavia, gli standard di prestito si sono rapidamente inaspriti dall'anno scorso e il calo dei prezzi degli immobili è destinato ad accelerare. Gli standard di credito delle banche per i nuovi prestiti e i prezzi degli immobili fanno già presagire un notevole freno al PIL nella seconda metà del 2023, a causa degli effetti negativi sulla ricchezza e della contrazione dei prestiti bancari. La flessione dei prezzi degli immobili è lungi dall'essere conclusa, secondo i segnali inviati dagli aggregati monetari.
  • La politica monetaria restrittiva della Fed raggiungerà probabilmente il suo massimo impatto verso la fine del 2023/inizio 2024. Il PIL subirà un calo di almeno -2 punti percentuali. La tempistica esatta è soggetta a grandi incertezze. I rischi sono al ribasso se le misure delle condizioni finanziarie basate sul mercato si adegueranno a un livello più compatibile con la posizione di fondo della Fed. Un maggiore stress bancario potrebbe essere il catalizzatore
Lo studio completo “Stati Uniti: Crisi del credito in atto?” è scaricabile a questo link: