• Valute dei mercati emergenti a rischio nel 2024. Sebbene le condizioni di finanziamento globali si siano allentate nel 2023, alcuni mercati emergenti devono ancora affrontare gravi rischi valutari a causa dei persistenti squilibri della bilancia dei pagamenti. La nostra lista di controllo per un significativo deprezzamento o svalutazione della valuta nel 2024 include Argentina, Egitto, Kenya, Nigeria, Pakistan, Tunisia e Turchia. La scorsa settimana la Nigeria è diventata il primo paese quest'anno a sperimentare il deragliamento della valuta. Un'ulteriore analisi dei tassi di cambio non ufficiali rivela altri mercati a rischio, vale a dire Angola, Bangladesh, Bolivia e Myanmar. L'indebolimento delle valute aumenta i rischi di default sovrano nei paesi con elevati livelli di debito pubblico denominato in valuta estera.
  • Rimanenze aziendali: anatomia di una caduta. Dopo la pandemia, le aziende hanno accumulato forti scorte per far fronte alla domanda repressa e per mitigare i rischi della catena di approvvigionamento. Di conseguenza, tutti i settori industriali (ad eccezione dell'energia) in Europa occidentale hanno registrato un'impennata dei livelli di scorte rispetto alle vendite (22,6% in media per il 2023, quasi 4 punti percentuali in più rispetto al 2019). Ma poiché la domanda è in calo, le scorte hanno iniziato a pesare sui dati finanziari e sul potere di determinazione dei prezzi. Le scorte hanno ridotto la crescita di -0,8 punti percentuali nel Regno Unito, -0,4 punti percentuali negli Stati Uniti e -0,3 punti percentuali in Francia nel 2023. In Germania hanno contribuito positivamente (+0,1pp), ma si profila un'inversione di tendenza nel 2024 e il calo dovrebbe continuare altrove.
  • Mercati azionari: i costi del rischio di concentrazione. Il rischio di concentrazione si sta intensificando nei mercati azionari poiché un piccolo gruppo di società leader domina sempre più i rendimenti. Negli Stati Uniti, le prime 10 società per capitalizzazione di mercato (che rappresentano il 30% dell'S&P500) hanno contribuito al 70% dei rendimenti dell'indice nel 2023. In Europa, le prime 10 società hanno fatto la parte del leone anche nella parte dei rendimenti (75-90%). In ogni paese, una singola società rappresenta spesso il 10% del rispettivo indice azionario. In questo contesto, i vantaggi della diversificazione stanno diminuendo. Sebbene gli indici azionari ampi possano ancora offrire un cuscinetto contro le flessioni del mercato, gli investitori devono ampliare le loro strategie di diversificazione tenendo conto di fattori quali le dimensioni dell'azienda, la posizione geografica e lo stile di investimento.
  • Il nuovo obiettivo climatico dell'UE: 90% di emissioni in meno entro il 2040. I danni legati al clima sono già costati all'Europa 170 miliardi di euro in cinque anni. La nuova strategia della Commissione europea include importanti obiettivi di cattura del carbonio, con l'obiettivo di sequestrare fino a 280 milioni di tonnellate di CO2 all'anno entro il 2040. Ma l'efficacia e la scalabilità delle tecnologie di cattura e rimozione del carbonio sono discutibili, e la nuova strategia manca di piani per eliminare gradualmente i combustibili fossili per dare credibilità agli obiettivi di riduzione delle emissioni.
Lo studio completo “Valute dei mercati emergenti a rischio” è scaricabile a questo link: