EXECUTIVE SUMMARY

 

  • Gli Stati Uniti stanno sostenendo la riduzione degli investimenti in uscita su tecnologie potenzialmente sensibili o l'esternalizzazione della produzione critica come prossimo passo per ridurre il rischio delle catene di approvvigionamento e ridurre la dipendenza dalla Cina. Attualmente, la Cina stessa, il Giappone e la Corea del Sud sono le uniche economie con alcune restrizioni in atto, ma sono molto limitate in termini di portata.
  • È probabile che gli Stati Uniti procedano prima attraverso l'approvazione di un disegno di legge al Congresso, potenzialmente già a settembre o ottobre; Altri paesi probabilmente seguiranno l'esempio. Tuttavia, la piena attuazione delle restrizioni agli investimenti in uscita richiederà tempo, date le potenziali lacune.
  • I flussi di investimenti bidirezionali tra la Cina e l'Occidente sono di dimensioni relativamente moderate e sono diminuiti negli ultimi anni poiché il settore privato è stato desideroso di ridurre il suo coinvolgimento tra le crescenti tensioni geopolitiche. I flussi totali di IDE verso la Cina hanno raggiunto il picco nel 2016 a 27 miliardi di dollari per le economie del G7 e da allora sono scesi a quasi 3 miliardi di dollari, in gran parte guidati dagli Stati Uniti, i cui flussi netti verso la Cina sono diventati negativi nel 2021.
  • Tuttavia, le implicazioni economiche di un ulteriore disaccoppiamento tra Occidente e Cina potrebbero essere di vasta portata. Il danno a lungo termine per l'economia cinese potrebbe essere tutt'altro che trascurabile, anche se le restrizioni si applicano solo a una manciata di settori. Sebbene l'industria cinese abbia aumentato la sua autosufficienza, l'ecosistema sta ancora beneficiando della tecnologia e del know-how occidentali, in particolare nelle TIC, nei prodotti farmaceutici e nelle biotecnologie. La Cina potrebbe vendicarsi riducendo l'offerta di materie prime essenziali in cui ha una posizione dominante, il che potrebbe interrompere gravemente le catene di approvvigionamento globali. Ma questo è improbabile in quanto applica già alcune forme di restrizioni agli investimenti in uscita e sta ancora guardando al pragmatismo economico (ad esempio, la Cina ha allentato alcune restrizioni alle importazioni su alcune importazioni australiane a seguito di una controversia bilaterale pluriennale).
Lo studio completo “Il vertice del G7 in Giappone potrebbe innescare una nuova fase di protezionismo” è scaricabile a questo link: