Sfide e tendenze delle insolvenze globali e in Italia
Dopo anni di cielo sereno si riaffacciano le insolvenze. Complici la situazione geopolitica internazionale e l’andamento dell’economia mondiale, i dati sui mancati pagamenti sono tornati a crescere nel 2023, confermando lo stesso trend anche nell’anno in corso. Globalmente, l’aumento medio delle insolvenze aziendali è passato dal +23% del 2022 al +29% del 2023 e anche in Italia questi numeri sono aumentati. Il 2024 non sembra molto diverso e il rischio più grande che si profila all’orizzonte è quello dei fallimenti aziendali, legati al fatto che un numero sempre più elevato di imprese lamenta difficoltà e incertezze, soprattutto sui mercati internazionali.
Fallimenti aziendali e situazione geopolitica internazionale
L’ultimo biennio è stato un periodo complicato per l’aumento dei casi di insolvenze, anche se per le aziende partner di Allianz Trade il dato è decisamente più contenuto con una crescita delle insolvenze, sempre a livello mondo, passata dal +1 del 2022 al +7 del 2023. Le poche realtà risparmiate da questo trend si trovano tra i paesi emergenti come i BRICS ma non solo. Paesi come Brasile, Russia, Cina, Sud Africa, Turchia, Spagna, Bulgaria, Repubblica Ceca, Lettonia, Singapore e Taiwan hanno registrato un aumento limitato delle insolvenze, e anche se i dati definitivi non sono ancora disponibili è probabile che l’India rientri in questo elenco. Al contrario, i paesi che hanno sperimentato un aumento significativo delle insolvenze includono quelli dell’Europa Occidentale, del Nord e Sud America (tra cui gli Stati Uniti con un +40%), Giappone, Corea del Sud, Australia, Hong Kong e Nuova Zelanda. Escludendo la Spagna, nell’Eurozona l’aumento delle insolvenze ha raggiunto un +19% nel 2023. Sebbene non ci si aspetti un’immediata crisi, uno “tsunami di insolvenze”, come accaduto in seguito alla crisi del 2008, è evidente che nel 2024 le economie dovranno affrontare alcune difficoltà.
Il rimbalzo delle insolvenze attuale era prevedibile poiché, tra il 2020 e 2022, il loro numero è stato artificialmente contenuto grazie al massiccio sostegno statale alle imprese per far fronte alla crisi dovuta al Covid-19 e alle turbolenze del conflitto in Ucraina, soprattutto quelle riguardanti i prezzi dell’energia in Europa. Tra i settori più colpiti dall’incapacità di soddisfare le obbligazioni assunte, si annoverano il settore del commercio al dettaglio in Europa occidentale, quello dell’edilizia in Asia e quello dei servizi negli Stati Uniti. Nel 2023 le insolvenze sono aumentate più del previsto e si prevede che continueranno ad aumentare ancora per tutto il 2024 per poi stabilizzarsi nel 2025.
Liquidità per le aziende: le sfide principali del 2024
Per l’anno appena iniziato, è possibile individuare cinque sfide principali che le economie e le imprese dovranno affrontare, in particolare in Europa:
- Una stretta sulla redditività: le imprese dovranno gestire la decelerazione della domanda globale e le economie dovranno far fronte a una minore crescita PIL.
- Un aumento dell’incertezza, dalla geopolitica ai rischi dei mancati pagamenti, e infatti si profilano maggiori instabilità e incognite per l’economia, tra conflitti bellici in atto e tornate elettorali che riguardano paesi che producono il 60% del PIL globale. Fare previsioni o piani aziendali diventa dunque più difficile.
- Rigide condizioni di finanziamenti per le aziende e liquidità: le imprese continueranno ad affrontare finanziamenti costosi, con la preoccupazione di non riuscire ad assorbire i prezzi dei prestiti e mitigare la pressione sulla redditività complessiva.
- Un primo vero test di resilienza: le imprese nate sulla spinta dei sostegni post-pandemia dovranno ora affrontare una fase di difficoltà, che farà così impennare il numero di insolvenze.
- Il rischio legato all’occupazione: l’edilizia e l’immobiliare hanno recuperato terreno rispetto ai campi dell’ospitalità, dei trasporti e del commercio all’ingrosso/dettaglio. I settori più a rischio sono quelli che soffrono più facilmente di una domanda debole e di un prolungato aumento dei costi di finanziamento, come quelli che si basano su spese discrezionali (manifattura e vendita al dettaglio di beni non essenziali, alberghi, ristoranti, turismo e attività ricreative).
Insolvenze, fallimenti aziendali: la situazione italiana
Anche in Italia nel 2023 sono aumentate le insolvenze delle imprese e nel 2024 si è stimato che queste possano crescere fino a toccare il numero record di circa 9.190 (+19%). Nel 2025 è previsto un aumento delle insolvenze del 4%, con 9.550 casi. Con la stabilizzazione dopo il rialzo, si dovrebbe assistere alla fine del giro sulle montagne russe degli ultimi anni, con un’alternanza tra forti rimbalzi (2020, 2022) e contrazioni (2019, 2021). Si prevede dunque che la prolungata debolezza dell’economia aumenterà la pressione sulle imprese più fragili, che già devono affrontare costi più elevati, tassi d’interesse più alti e una minore disponibilità di finanziamenti. Anche nel nostro Paese è quindi consigliabile prepararsi a un momento di instabilità, dove le insolvenze rappresentano un rischio da affrontare e gestire.