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Italia leader per la produzione e per il consumo di pasta nel mondo

Buone le performance del Bel Paese anche nella produzione di pomodori 

Storia di un amore, quella dell’Italia per la pasta, soprattutto per gli spaghetti al pomodoro, uno dei piatti più semplici ed emblematici della tradizione che hanno reso il Bel Paese famoso in tutto il mondo. Se è vero infatti che l’Italia è leader per il consumo e per la produzione di pasta, lo è anche per la produzione di pomodori, dove si posiziona terza nella classifica globale. 

Produzione di pasta e di pomodori: il Made in Italy che va forte

Il settore pastaio ha raggiunto nel 2022 una quota di produzione di circa 3.670.192 tonnellate, con un aumento del 3,2% rispetto all’anno precedente e un fatturato di circa 6,9 miliardi di euro. L’Italia si classifica quindi non solo come il primo Paese produttore (davanti a Stati Uniti e Turchia) ma anche come prima per consumo di pasta nel mondo con 23 chilogrammi pro capite, seguita da:

  • Tunisia (17 kg)
  • Venezuela (15 kg)
  • Grecia (12,2 kg)
  • Perù (9,9 kg)
  • Cile (9,6 kg)
  • Stati Uniti (8,8 kg)
  • Turchia (8,7 kg)
  • Iran (8,5 kg)
  • Francia (8,3 kg)
  • Germania (7,9 kg)

Secondo un’elaborazione di Unione Italiana Food su dati Istat, nel 2022 sono state esportate nel mondo quasi 2,4 milioni di tonnellate di pasta, per un valore di 3,7 miliardi di euro, con il 62% dell’export diretto verso i Paesi europei soprattutto Germania e Francia, - dove un piatto di pasta su due è prodotto dai pastifici italiani – e il rimanente 38% verso Paesi Extra-UE come Regno Unito, Stati Uniti e Giappone.

Il Bel Paese si conferma forte anche nella produzione di pomodori, dove si classifica terzo produttore mondiale del pomodoro da industria. Secondo le ultime previsioni, per il 2023 ci si aspetta una produzione di 5,7 milioni di tonnellate, in crescita rispetto ai 5,5 milioni del 2022. Una crescita che si prospetta positiva anche alla luce dell’andamento della filiera ortofrutta e determinata, nel caso della coltura dei pomodori, da un aumento delle superfici coltivate a Sud del Paese dove si prospettano anche maggiori volumi (da 2,59 milioni di tonnellate del 2022 a 2,80 milioni di tonnellate nel 2023). 

Se tra le ricette simbolo dell’Italia la pasta al pomodoro risulta essere tra le più popolari, sono comunque moltissime le tipologie di pasta che hanno reso il Bel Paese famoso nel mondo. Spaghetti alla carbonara, trofie al pesto, tortellini in brodo e lasagne sono alcuni tra i piatti più apprezzati all’estero e dai turisti che ogni anno scelgono l’Italia come meta per le vacanze, in cerca di bellezza e buon cibo. Ed è proprio la ricerca del buon cibo che negli ultimi anni sta dirottando numerosi consumatori verso l’acquisto di prodotti di qualità, portandoli a prestare più attenzione ai prodotti made in Italy, e così sostenendo le produzioni locali e le aziende del territorio, e prediligendo quelle aziende che producono pasta con grano italiano. Un aspetto che è risultato ancora più evidente sia con la pandemia che con la guerra in Ucraina. 

Il cibo italiano contribuisce infatti a disegnare l’identità del Paese e l’immagine degli italiani, della cultura e dello stile di vita. Il Made in Italy alimentare si fa promotore di un messaggio di eccellenza riconosciuto in tutto il mondo e capace di generare attrattività nei confronti dei prodotti in cui è presente portando ad orientare le scelte di acquisto dei consumatori locali e stranieri. «Ma per percorrere la strada della qualità - ha affermato Paolo Barilla, presidente dell'Unione Italiana Food - il Paese non può permettersi di competere basandosi su prezzi bassi». 

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