Non solo i tessuti tecnologici per abbigliamento, ma tutta la filiera tessile e meccanotessile stanno vivendo un momento di grande cambiamento. E stanno chiedendo investimenti importanti per la ricerca e lo sviluppo di nuove soluzioni digitali e sostenibili per rispondere alla crescente competizione globale. Solo riuscendo a coniugare la tradizione, che ha fatto del  settore tessile italiano un vero vanto del Made in Italy, con l’innovazione e il futuro digitale, e con l’utilizzo quindi di strumenti sempre più avanzati e sempre più green, il settore tessile sostenibile potrà affrontare le nuove sfide. Filo conduttore quindi di questo percorso di rinnovamento è il legame tra ricerca, creatività, nuove tecnologie e sostenibilità.

La moda italiana gode di una stima indiscussa a livello globale, i numeri del comparto tessile parlano chiaro: con 900 aziende che impiegano circa 42.000 addetti altamente specializzati e che fatturano 3 miliardi e mezzo di euro, il settore tessile italiano è al primo posto rispetto a quello di altre 189 nazioni (secondo una stima dell’International Trade Center). Un ruolo di leadership non soltanto in termini di qualità e performance di prodotti e processi produttivi, ma anche per l’attenzione crescente data dai protagonisti del settore al tema cruciale della sostenibilità.

Tecnologia tessile per disegnare il futuro

Industria 4.0 vuol dire ripensare il proprio modello di business partendo dalla leva del digitale, introducendo un cambio di paradigma all’interno della cultura aziendale.

Il legame industria tessile-tecnologia digitale può rappresentare la svolta per molte realtà imprenditoriali, anche le più piccole. Il digital può infatti rappresentare il driver per una crescita a tutto tondo.

Oggi i punti di svolta nella gestione di un’azienda sono:

  • manutenzione predittiva;
  • real time analytics;
  • edge computing;
  • machine learning;
  • Big Data;
  • IoT.

Ecco quindi le soluzioni di tecnologia 4.0 applicate alle imprese Made in Italy del tessile.

  • Intelligenza Artificiale: applicando algoritmi di machine learning nei processi produttivi, nella gestione operativa automatizzata dei macchinari, nella manutenzione predittiva delle macchine. In pratica, si tratta della capacità dei macchinari di prendere decisioni e non limitarsi più all’esecuzione di comandi. Questo permette di avere una produzione più efficiente e flessibile con una gestione autonoma monitorabile in tempo reale anche da remoto.
  • Tecnologie di stampa digitale: per rendere la produzione più efficiente con un consumo inferiore di risorse a tutto beneficio dell’ambiente.
  • Algoritmi di analisi dati: per consentire all’impresa di prendere migliori decisioni aziendali, tarate sulle reali esigenze di mercato. La possibilità di gestire grandi quantità di dati, tra l’altro, permette alle aziende di prendere decisioni in tempo reale sulla base di informazioni dettagliate.
  • Internet of Things: per connettere l’intera azienda attraverso il web, facendo dialogare ad esempio supply chain, controllo e gestione di produzione, manutenzione predittiva per le macchine, gestione magazzino.
  • Cloud: per la gestione integrata di tutti i dipartimenti, la razionalizzazione dei flussi informativi e la condivisione delle informazioni all’interno dell’azienda, in tutta sicurezza. I dati e la loro analisi per generare valore sono tra le innovazioni rivoluzionarie dell’industria 4.0.
  • Sensori smart: il calcolo preventivo dello stress che subirà, per esempio, il cutter è possibile grazie alla presenza, nei macchinari per il taglio dei tessuti, di sensori intelligenti.
  • Digital finance: per una gestione amministrativa integrata, semplice e immediata.

Settore tessile sostenibile

Il processo di produzione di una maglietta e di un paio di jeans, includendo tutti i passaggi, dalla coltivazione del cotone, alla tintura del filato, dalla stampa alla finitura, richiede un consumo di circa 5.000 galloni di acqua. Inoltre si stima che circa il 15% dei tessuti prodotti per l’abbigliamento finisca sul pavimento della sala taglio come scarto. Il tema degli scarti e degli sprechi dell’industria tessile e dell’impatto ambientale che ne consegue rappresenta un problema serio. Un valido aiuto in tal senso viene ancora una volta dalla tecnologia digitale: non solo il processo di stampa digitale consente un risparmio del 90% di acqua rispetto al processo di stampa offset a bobina, ma permette anche di ridurre la quantità d’inchiostro utilizzato e il consumo di energia per il processo di asciugatura. Secondo un’indagine Keypoint Intelligence sono circa 450 miliardi i metri quadrati di tessuto prodotti annualmente e la maggior parte è tinta.

Un altro grande vantaggio della stampa digitale è la produzione di sample o esemplari unici, con la possibilità di scegliere tra infiniti disegni, colori e fantasie.

Tutta lafiliera tessile sta reimpostando la sua progettazione nell’ottica di limitare al massimo l’impatto ambientale. I trend di innovazione sostenibile nell’industria tessile riguardano principalmente le materie prime, i risparmi energetici e idrici, il riciclo nei processi produttivi, il management con il controllo della supply chain e la gestione delle certificazioni. Per ognuna di queste voci la risposta viene dalla tecnologia 4.0.

La nuova tecnologia tessile e la ricerca applicate al settore stanno sviluppando processi per fornire materie prime e lavorazioni a basso impatto ambientale. Certamente tra le attività trainanti ci sono quelle legate all’ economia circolare per la produzione di materie prime ricavate dal riciclo, scarti valorizzati da lavorazioni ad elevata tecnologia. È importante infatti valutare il ciclo di vita dei materiali e il grado di sostenibilità in base alle possibilità offerte dal prodotto post consumo. Molti brand di moda chiedono oggi ai fornitori prodotti sostenibili attuando controlli in ingresso, altre tendenze poi hanno sempre più peso nelle scelte dei brand della moda come i sistemi per la tracciabilità della filiera produttiva e il welfare animale, ovvero l’utilizzo di materie prime cruelty free.

I tessuti tecnologici per abbigliamento

Gli investimenti delle imprese tessili su ricerca e sviluppo impattano sia le tecnologie di prodotto che di processo e di produzione.

  • Solo negli ultimi anni sono emerse infinite novità nei tessuti tecnologici per l’abbigliamento: capi dotati di pannelli solari, capaci di ricaricare un cellulare durante una passeggiata;
  • tessuti traspiranti di nuova generazione, studiati per essere sempre più “adattivi” e capaci di trasformarsi alle condizioni di chi li indossa;
  • tessuti che monitorano i parametri vitali o che sono in grado di illuminarsi a seconda dell’ambiente in cui si trovano.

Andando a vedere più da vicino le ultime novità, ecco tra i tanti un eccellente esempio Made in Italy. Si chiama Repetita ed è la nuova frontiera dell’economia circolare. Si tratta di un tessuto in poliestere riciclato dalle bottiglie di plastica, certificato Grs (Global Recycle standard). Questo tessuto contiene già nel nome tutte le sue peculiarità: RE sta per riciclo, PET indica il polietilene tereftalato, ovvero la materia prima sintetica dalla quale nasce la nuova fibra e ITA che sta per Italia perché questo tessuto è interamente Made in Italy. Le sue prestazioni sono eccezionali: offre il comfort della microfibra, avendo la stessa traspirabilità e termoregolazione delle fibre sintetiche e allo stesso tempo ha un aspetto molto naturale, è resistente e può essere trattato per la protezione dai raggi UV o per avere azione antibatterica e idrorepellente. Questo tessuto, inoltre, garantisce una completa tracciabilità per offrire al consumatore una filiera 100% sostenibile a partire dalla materia prima.

La tutela del Made in Italy grazie alla blockchain

Made in Italy nel mondo è sinonimo di creatività, elevata qualità e unicità dei prodotti che sono caratterizzati da una perfetta fusione di innovazione e tradizione.

Un’indagine Ocse dello scorso anno quantificava in 32 miliardi di euro il danno economico per le Pmi italiane dovuto alla contraffazione dei nostri prodotti. Come difendere quindi il prodotto italiano da tutte quelle piccole e grandi truffe che sfruttano il nome del Bel Paese?

La soluzione si chiama blockchain. La tecnologia digitale della blockchain permette una tracciabilità di tutta la filiera. La “catena dei blocchi” è infatti un sistema capace di certificare la correttezza e la trasparenza di ogni operazione che fa uso di un database in cui le voci sono raggruppate in blocchi concatenati cronologicamente ed in cui ogni transazione, per potere avvenire correttamente deve essere certificata dall’intera catena. Nell’ambito della filiera tessile il ricorso alla blockchain può rappresentare una vera e propria svolta non solo per semplificare e tracciare meglio pagamenti e operazioni, ma soprattutto per garantire quella tracciabilità che è sinonimo di affidabilità e qualità evitando ogni rischio di contraffazione.