aziende chimiche

Le aziende chimiche italiane, vanto dell’Europa

L’Italia terza in UE per la produzione di prodotti chimici e 12^ nel mondo

Le aziende chimiche e farmaceutiche italiane contribuiscono a rendere l'Europa il secondo più grande produttore di prodotti chimici al mondo. Infatti l'Italia vanta il terzo posto nella produzione di prodotti chimici nei confini UE, dopo Germania e Francia, con una percentuale sul totale del 9,5%, ed è alla dodicesima posizione nel mondo. La Lombardia in particolare è al terzo posto in Europa (ed è fra le prime cinque regioni europee per numero di addetti) per la chimica fine e specialistica ad uso industriale (cioè per la produzione di agrofarmaci, principi attivi farmaceutici, vernici, inchiostri da stampa, eccetera). 

Fotografia delle aziende chimiche italiane

Le aziende chimiche italiane, più di 2.800 con 112 mila addetti - che se si considerano anche gli indiretti arrivano a 278 mila (il 78,1% al Nord, il 12,3% al Centro e il 9% al Sud) - sono di diverse tipologie: quelle a capitale estero, che hanno realizzato il 39% del valore della produzione, quelle medio-grandi italiane (54 in tutto) che hanno raggiunto il 27% del valore della produzione e le piccole e medie imprese che hanno ottenuto il 34% del valore della produzione. Si tratta comunque di un settore internazionalizzato e fortemente integrato nei mercati globali: sono 100 i Gruppi e le imprese italiane con attività produttive all'estero, con un fatturato di 10 miliardi di euro, 34 mila dipendenti e un totale di 525 filiali estere. Inoltre negli ultimi anni è stato particolarmente positivo l'andamento delle esportazioni rispetto agli altri produttori europei, trend che ha fatto registrare un +30% tra il 2010 e il 2020, facendo posizionare l'Italia al secondo posto in ambito europeo, solo dietro alla Spagna. In particolare alcune specialità del settore chimico, che caratterizzano il nostro Paese,  lo rendono fra i più importanti in Europa: catalizzatori, additivi per lubrificanti e cementi, stabilizzanti e plastificanti per plastiche e gomme, prodotti per il trattamento e la tintura del tessile e del cuoio. Ancora l'Italia ha un ruolo di primo piano, a livello internazionale, nella produzione di principi attivi  ad uso farmaceutico, con una quota esportata che supera l'85% della produzione.

I prodotti chimici sono presenti in oltre il 90% dei prodotti manifatturieri, questo fa comprendere il ruolo chiave svolto dal settore chimico che è il quarto produttore manifatturiero in Europa in termini di fatturato e impiega oltre 1,2 milioni di persone. Ricerca e innovazione sono i due pilastri dell'industria chimica europea e la prima voce di investimento (9,9 miliardi di euro solo nel 2021)  per assicurare l'ormai imprescindibile percorso di transizione verso una chimica sempre più pulita e sostenibile. 

Una chimica sostenibile: una realtà in Italia

Il settore chimico in Italia è molto impegnato anche nel campo della sostenibilità e nella riduzione dell'impatto ambientale, a favore di un uso sempre più efficiente dell'energia. Infatti la chimica sostenibile è ormai una realtà che ha saputo raggiungere ottimi risultati in termini di protezione ambientale. Tutte le emissioni climalteranti hanno fatto registrare una riduzione sensibile, in particolare per quanto riguarda le emissioni dirette di GHG, che sono state ridotte del 67%, superando così l'obiettivo fissato dal New Green Deal per il 2030. Nel complesso quadro attuale, caratterizzato dall'aumento dei costi energetici e delle materie prime, le aziende chimiche italiane hanno saputo migliorare ulteriormente le già ottime prestazioni rispetto agli indicatori della sostenibilità ambientale, grazie a importanti e costanti miglioramenti di processo e all'adozione di nuove tecnologie.

Sul fronte dello smaltimento dei rifiuti chimici è stata perseguita principalmente la prassi della prevenzione: è meglio cioè prevenire la creazione di rifiuti piuttosto che trattarli o smaltirli, attraverso vari processi e nuove tecnologie, per esempio utilizzando una sintesi chimica meno pericolosa, la progettazione di sostanze chimiche più sicure, l'uso di materie prime rinnovabili e la riduzione dei derivati. La produzione di rifiuti chimici è difatti diminuita del 3,4% in un anno e il riciclo di questi è la prima modalità di trattamento ed equivale a quasi il 30% del totale. Un altro traguardo delle aziende chimiche italiane, in questi ultimi anni, è stato quello della sensibile riduzione del consumo di acqua (-44%) in particolare di acqua dolce (-56%), indispensabile per gli ecosistemi.