calzature di lusso

Numeri favorevoli per il settore calzaturiero italiano

Successo del fatturato e dell'export nel primo trimestre 2023

La produzione di scarpe parla cinese. Per un anno ancora la Cina si conferma la fabbrica globale delle calzature e si carica sulle spalle il record dell’Asia, ovvero il continente che non ha rivali al mondo in questo settore.

Secondo i dati del World Footwear Yearbook 2023, nel 2022 sono state prodotte circa 23,9 miliardi di paia di scarpe, con il continente asiatico che si è confermato leader assoluto dominando il mercato e producendo l’87% delle calzature globali. All’interno del dato complessivo la Cina da sola gestisce circa il 54,3% della produzione mondiale, anche se negli ultimi anni sta puntando più sulla qualità rispetto alla quantità, a fronte della forte concorrenza da parte di Vietnam, Indonesia, Bangladesh e India. Molto più indietro restano il continente africano, che nonostante la crescita a doppia cifra del 2022 (+ 27%) è arrivato a produrre circa il 3,7% delle calzature mondiali, e quello europeo, che nello stesso anno si è fermato al 2,7%. 

La leadership del distretto calzaturiero italiano in Europa

L’Italia vanta una grandissima tradizione nell’artigianato delle calzature, tradizione che ha contribuito negli anni a favorire lo sviluppo dell’industria di settore. Attualmente infatti il paese si colloca al 13° posto tra i produttori mondiali ma al primo se si guarda all’Unione Europea. Da sempre leader del settore dell’abbigliamento e delle calzature di lusso, il Bel Paese è rinomato per l’alta qualità delle sue produzioni e per l’artigianalità delle lavorazioni, specialmente nel distretto calzaturiero che vede coinvolti più di 3.500 aziende e circa 70mila addetti.

La qualità delle produzioni e l’efficienza industriale si riflettono naturalmente sull’export. Come ricostruisce il report di settore di Allianz Trade nel 2022 l’Italia ha raggiunto cifre da record in termini di esportazioni.

Il Bel Paese ha chiuso l’anno passato registrando un +23% delle esportazioni rispetto al 2021 - arrivando alla cifra di 12,65 miliardi di euro - e un fatturato complessivo di settore di 14,49 miliardi.

Comparando i primi tre mesi del 2023 con lo stesso periodo dello scorso anno, i mercati di sbocco più importanti hanno mostrato quasi sempre incrementi in valore a doppia cifra. Tuttavia, in termini di volumi, si è registrato un rallentamento in alcune destinazioni come il Nord America (-19,4%), la Germania (-8,8%), il Regno Unito (-10,1%) e la Svizzera

(-24,8%), mercato di riferimento strategico per i marchi di alta gamma soprattutto in termini di scarpe lussuose.

A livello globale la top 10 dei paesi esportatori di calzature nel 2022 è rimasta invariata rispetto al 2021: dopo Cina, Vietnam, Indonesia e Turchia, il primo paese europeo della lista è la Germania (5° posto), seguita da Belgio (7° posto) e Italia (8° posto) con un totale di circa 1,4% delle esportazioni complessive. 

I nuovi imperativi del mercato delle calzature

Il settore delle calzature non è molto diverso da quello della moda quando si parla di sostenibilità. I materiali utilizzati per produrre scarpe hanno un forte impatto ambientale: colle, PVC, plastica, schiume per imbottitura, diventano problematici in fase di smaltimento.

Solo nel 2022 sono state prodotti in Italia circa 162 milioni di paia di scarpe, mentre a livello globale il numero sale a circa 20 miliardi.

La cultura artigianale italiana, ispirandosi a valori come qualità e durabilità, è da tempo già orientata verso i principi di sostenibilità e anche in ambito normativo l’Italia è in prima fila nell’adozione delle direttive UE in tema di economia circolare.

Allo stesso tempo sta crescendo da parte dei consumatori una nuova sensibilità verso scarpe etiche o più in generale verso scarpe sostenibili.

In fase di acquisto molti sono orientati verso scarpe vegan che non contribuiscono a nessun tipo di sfruttamento animale o verso marchi eco-consapevoli che prediligono l’utilizzo di materiali come plastica riciclata o biologica e pelle di provenienza responsabile.

Sebbene non esista ancora una scarpa a impatto zero, si tratta di un passo nella giusta direzione e un principio di cambiamento anche per il mercato delle calzature

Quale futuro per i calzaturifici italiani?

L’indagine condotta da McKinsey per il report State of Fashion 2023 mostra come per le aziende intervistate le maggiori opportunità per veder crescere il proprio giro d’affari siano:

  • la sostenibilità (16% degli intervistati)
  • l’elasticità nella pianificazione e nello svolgimento del lavoro (13% degli intervistati)
  • la differenziazione del marchio e la customer experience (12% degli intervistati)

Il futuro del settore calzaturiero italiano inoltre non può non tenere in considerazione due importanti fattori:

  • la concorrenza sempre più spietata dei mercati asiatici che si stanno evolvendo per raggiungere migliori livelli di qualità per i loro prodotti;
  • il diffondersi della contraffazione. Nel solo 2022 il valore della merce contraffatta sequestrato dalla Guardia di Finanza è stato pari a 9 milioni di euro. Un fenomeno che in Italia colpisce prima di tutto il settore della moda, seguito da quello delle calzature, dei cosmetici e dei gioielli, provocando ingenti danni economici e soprattutto d’immagine al Bel Paese.

Riuscire ad arginare il più possibile questi due fattori è sicuramente una delle sfide principali del comparto, la cui sopravvivenza è fortemente legata anche alla capacità di innovare e di diversificare la propria produzione, ad esempio affiancando a quella delle calzature italiane anche quella di accessori come borse e cinture.