Monitoraggio dei consumi energetici e agricoltura biologica in Italia

Aumentano gli ettari di terreno coltivati a biologico, così come il numero degli operatori e delle coltivazioni biologiche redditizie. Ma quali sono le ragioni del successo dell’agrifood bio?

Dal monitoraggio dei consumi energetici emerge che le tecniche di agricoltura biologica riescono ad abbattere i consumi di energia di circa il 30% rispetto alle pratiche adottate nell’agricoltura tradizionale, quindi sicuramente tra le prime motivazioni c’è il contenimento dei consumi energetici. In alcuni casi, come per la coltivazione delle mele i consumi scendono fino al 45%. L’uso di tecniche meno intensive, il riutilizzo di scarti di produzione (foglie, gusci, paglia, tronchi) per la produzione di energia, le filiere corte che consentono l’abbattimento dei trasporti e la limitazione, se non la totale eliminazione, di concimi chimici di sintesi prodotti con l’uso di gas riescono ad abbattere i consumi di energia di quasi un terzo. I fertilizzanti in agricoltura biologica sono infatti naturali e di produzione totalmente italiana

 

Le tecniche di agricoltura biologica in Italia 

L’agricoltura biologica in Italia trova sempre di più il consenso degli agricoltori, portando il Paese in cima alla classifica dell’Ue, con il 17,4% dell’incidenza delle superfici bio su quella nazionale. Gli ettari di terreno a coltivazioni biologiche in Italia, infatti, come emerge dai dati della ricerca “Bio in cifre 2022” (elaborati dal Sinab - Sistema d’informazione nazionale sull’agricoltura biologica - per il Mipaaf) sono saliti nel 2021 a quota 2.187.570 ettari. Una crescita del 4% che dimostra come il biologico sia oggi la risposta migliore alla richiesta di maggiore sostenibilità economica, sociale e ambientale. Nel settore dell’agrifood bio l’Italia è anche il primo Paese per numero di aziende impegnate, attualmente 70mila.

Ci sono però alcune differenze di distribuzione tra Nord, Centro e Sud, che mostrano un’incidenza maggiore al Centro e al Sud per quanto riguarda l’utilizzo del terreno. Per quanto riguarda invece l’incidenza a livello di presenza di aziende il primato è del Centro. Il Nord invece risulta avere un’incidenza decisamente inferiore per il terreno dedicato all’agricoltura biologica, ma risulta invece più elevata quella relativa al numero di aziende. La Sicilia in particolare sale al primo posto sul podio della produzione di vino biologico: su 98mila ettari di terreno coltivato a vite 30mila sono green. Ma i progressi dell’agricoltura biologica nel settore enologico sono evidenti e marcati in tutta la penisola.

 

Le coltivazioni biologiche redditizie 

Il biologico conquista anche un numero sempre maggiore di consumatori. L’analisi di Coldiretti su dati Biobank conferma la costante crescita da 10 anni a questa parte con l’aumento delle vendite di alimenti bio del +122%. Una crescita che nel 2021 ha fatto raggiungere la cifra record di 7,5 miliardi di euro tra mercato interno ed esterno. Sempre secondo l’indagine di Coldiretti 1 su 5 consumatori attualmente sceglie il biologico. L’anno in corso, a causa di inflazione e caro prezzi, ha fatto però registrare un calo per quanto riguarda i consumi bio, come mostrano i dati dell’Osservatorio Nomisma che riporta un -0,8%.

Sono poi sempre più numerose le coltivazioni biologiche redditizie:

  • bambù gigante;
  • canapa;
  • erbe officinali;
  • tartufi;
  • frutta secca e frutta esotica;
  • zafferano;
  • ginseng.

Queste sono solo alcune, insieme all’apicoltura e all’allevamento di lumache (elicicoltura) delle coltivazioni che stanno prendendo via via sempre più piede sui terreni nazionali, perché puntando alla qualità più che alla quantità e consentono di automatizzarne la produzione generando ottimi introiti. 

 

L’agricoltura biologica cos’è 

L’agricoltura è provato essere una delle maggiori fonti di emissioni inquinanti soprattutto di CO2 e di inquinamento del suolo. A livello europeo l’agricoltura è stata responsabile nel 2019 dell’emissione di 389 milioni di tonnellate di gas serra secondo la European environmental agency (Eea). Per questo motivo l’agricoltura bio, essendo sostenibile, è considerata prioritaria per l’Unione europea per il raggiungimento di quegli obiettivi del green deal che si pone come fine ultimo quello di portare l’intero continente europeo alla neutralità climatica.

Altro aspetto fondamentale dell’agricoltura bio è rappresentato dai benefici per il suolo e la biodiversità. L’agricoltura biologica cos’è, infatti, se non un sistema di produzione, preparazione e distribuzione di alimenti e bevande sostenibile e rispettoso della biodiversità?

L’uso responsabile di energia e di risorse per la tutela degli ecosistemi, l’attenzione verso gli animali, consentendogli di vivere nel modo più naturale possibile, la limitazione, come detto, di prodotti fitosanitari, pesticidi e fertilizzanti e il favorire le filiere agricole italiane corte e l’approvvigionamento locale hanno ricadute positive su tutto il nostro ecosistema.

Un ultimo, ma non certo per importanza, segnale che conferma l’interesse crescente dell’agricoltura bio è rappresentato dall’approvazione della legge sull’agricoltura biologica in Italia che, tra le altre cose, ha consentito di registrare il marchio bio Made in Italy e ha reso possibile l’istituzione dei distretti biologici, filiere bio del Made in Italy al giusto prezzo per agricoltori e consumatori.