polo petrolchimico ravenna

Il distretto petrolchimico di Ravenna,
esempio virtuoso

Sostenibilità e smaltimento dei rifiuti chimici obiettivi dell’Enichem di Ravenna 

Il grande polo petrolchimico di Ravenna è da sempre un esempio virtuoso di economia circolare e di sostenibilità. Trasformare il rifiuto in una risorsa, convertendo quello che rappresenta un costo in una opportunità economica e occupazionale, con grande beneficio per l'ambiente, così come lo smaltimento dei rifiuti chimici in maniera corretta, sono infatti da sempre tra gli obiettivi principali dell'ex petrolchimico Enichem di Ravenna (la denominazione assunta nel 1983 dalla nuova azienda petrolchimica del gruppo Eni), oggi Polo chimico di Ravenna, uno dei più importanti distretti industriali in Italia.

Il polo petrolchimico di Ravenna fa parte del Distretto Produttivo della zona, che si sviluppa nella zona industriale e portuale del capoluogo romagnolo, è costituito dall’unione di realtà e ambiti produttivi differenti fra loro, in quest'area si trovano infatti due centrali termoelettriche, un importante polo chimico e petrolchimico, un complesso di aziende del settore agroalimentare, e ancora aziende del settore metallurgico e di prodotti siderurgici, aziende attive nella produzione di cemento e di prodotti per l’edilizia e la ceramica e infine una molteplicità di attività a servizio del porto.

Le industrie chimiche in Italia: tra innovazione e sostenibilità

In ambito europeo, il settore chimico italiano è particolarmente rilevante; il nostro Paese infatti, è secondo, dopo la Germania, per numero di imprese chimiche attive nella ricerca, e grazie a un valore della produzione pari a 56 miliardi di euro, l'Italia si conferma il terzo produttore chimico europeo, con una quota del 9,5%, e il dodicesimo al mondo.

In questo panorama industriale il Polo chimico di Ravenna rappresenta un'eccellenza nell'innovazione e nello sviluppo, improntati sempre alla sostenibilità e alla neutralità carbonica al 2050. All'interno del Polo chimico di Ravenna, oggi, è particolarmente attivo il centro ricerche che lavora allo sviluppo di prodotti innovativi, in un'ottica di un sempre maggiore rispetto ambientale, come ad esempio gomme sintetiche con contenuto di rinnovabili e nuovi elastomeri per la produzione di pneumatici di alta gamma con ridotto consumo di carburante e quindi di emissione di CO2. Il rapporto tra chimica e ambiente è sempre stato fortemente connesso al ruolo della ricerca e della scienza chimica nella trasformazione della materia, che comporta necessariamente emissioni di gas climalteranti, consumo di acqua e di energia e di rifiuti. Nel corso degli anni l'impegno e gli investimenti dell'industria chimica, e in particolare del Polo chimico di Ravenna, hanno portato a risultati tangibili, diminuendo sensibilmente l'impatto ambientale. Per quanto riguarda, per esempio, le emissioni di gas serra, dal 1990 si è assistito ad un calo del 54%, raggiungendo così di già gli obiettivi previsti al 2030 dalla Commissione europea.

Efficienza, riuso e riciclo sono i cardini dell'economia circolare. L'industria chimica, attraverso prodotti già esistenti, ma anche attraverso prodotti e tecnologie in via di sviluppo, fornisce soluzioni in grado di garantire lo sviluppo sostenibile e l'economia circolare. Un trend che caratterizzerà sempre di più il settore che già oggi esercita un ruolo da protagonista in particolare in tre aree: il risparmio energetico, il riciclo e i prodotti biobased. Questi ultimi oltre a contribuire ad abbassare le emissioni di CO2, danno il loro apporto nell'aumentare la circolarità della gestione dei rifiuti. La Chimica da Biomassa è un settore in grande sviluppo e sono sempre di più i prodotti che provengono dalle bioraffinerie, cioè quegli impianti chimici che utilizzano materie prime rinnovabili. Un esempio di prodotti biobased sono i lubrificanti biodegradabili che rappresentano un grande beneficio per l'ambiente in applicazioni per esempio ai motori marini o agricoli.

Altro tema di cui tanto si parla in relazione all'inquinamento è quello della plastica e delle microplastiche. Se la plastica è d'altra parte un materiale “intelligente” in un'economia moderna, non si possono negare i danni che produce all'ambiente. Oltre alla necessità di aumentare la raccolta differenziata si rende necessario operare nella filiera dell'industria chimica del riciclo con impianti di riciclo chimico sempre più efficienti. Con riciclo chimico si intende quel processo che modifica la struttura chimica di un prodotto in plastica, convertendola in molecole più piccole utilizzabili per nuove reazioni chimiche. Si tratta di una tecnologia in pratica che evita che alcuni rifiuti in plastica che non si potrebbero riciclare in maniera sostenibile, non finiscano in discarica.

La strada verso un totale recupero dei rifiuti in plastica è ancora lunga da percorrere, ma l'impegno e gli investimenti nel settore della chimica fanno ben sperare per il futuro.