Sinonimo di qualità e stile internazionalmente riconosciuto il made in Italy nel mondo non è solo un marchio, ma anche un valore fatto di creatività e abilità che caratterizza tutte le imprese manifatturiere del Paese. Nonostante le incertezze globali, le esportazioni italiane, secondo i dati Istat-Ice, hanno segnato un vero record tra il 2021 e il 2022, raggiungendo 516 miliardi di euro (+18% rispetto al 2020 e nei primi mesi del 2022 è cresciuto nuovamente del 22,4% sullo stesso periodo dell’anno precedente), una crescita ottenuta grazie alle vendite sia verso l’area Ue (+24,0%) sia verso i mercati extra Ue (+5,2%). Le esportazioni italiane nel mondo si confermano un grande fattore di resilienza, e si prevede lo saranno anche in futuro. Nel corso del 2023, infatti, dovrebbe raggiungere i 600 miliardi di euro, consentendo all’Italia, attualmente ottavo Paese esportatore al mondo, di mantenere la sua quota di mercato a livello globale pari al 2,7%.
Le esportazioni italiane nel mondo
Per quanto riguarda la struttura settoriale dell’export italiano, il confronto delle quote di mercato in volume del 2021, rispetto al 2019, mette in evidenza un certo ridimensionamento di alcuni settori di punta dell’industria italiana come quello dei macchinari, delle automobili, dell’abbigliamento, mentre si nota un aumento delle esportazioni dei prodotti alimentari, dei prodotti chimici, dell’elettronica e dei mezzi di trasporto. Sul fronte invece della concentrazione geografica delle esportazioni delle eccellenze italiane nel mondo emerge la crescita rilevante dei settori della metallurgia, della farmaceutica, delle apparecchiature elettriche e più moderata per quanto riguarda i mobili e i minerali non metallici. Dal recente Rapporto Istat-Ice emerge anche che Nord e Centro esportano il 90% dei beni e dei servizi prodotti in Italia, mentre il Sud, da oltre 10 anni, rappresenta solo il 10%, anche se si intravedono segnali positivi che fanno ben sperare per il futuro.
Il made in Italy nel mondo
Tessile, abbigliamento, calzature, pelletteria, cuoio sono alcune delle eccellenze italiane nel mondo. Ma a fare raggiungere all’Italia, in questi ultimi anni, la vetta del commercio mondiale sono settori non tradizionalmente conosciuti, in particolare i materiali da costruzione in terracotta (24,46% di prodotti venduti all’estero):
- il cuoio conciato e lavorato;
- la pelletteria;
- la selleria e gli articoli da viaggio;
- le pellicce tinte (14,44%); • le pietre tagliate e finite (12,72%);
- i tubi e i profilati cavi e i relativi accessori in acciaio (10,98%);
- articoli in pelle escluso l’abbigliamento (10,70%).
Anche quello del food & beverage è un settore nella lista delle eccellenze, soprattutto per i prodotti da forno e i farinacei (13,1%) e le bevande (9,37%).
Internazionalizzazione delle imprese italiane
A trainare l’export italiano nell’arco del 2021 e nei primi mesi del 2022 sono stati anche:
- i metalli di base e i prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+24,4%);
- le sostanze e i prodotti chimici (+34,1%);
- i prodotti alimentari, le bevande e il tabacco (+23,1%);
- i prodotti petroliferi raffinati (+98,5%).
Ma c’è un altro dato molto confortante che emerge dall’Annuario Istat-Ice intitolato “Commercio estero e attività internazionali delle imprese 2022” ed è rappresentato dall’internazionalizzazione delle imprese italiane che vale oltre mille miliardi all’anno. Dall’Annuario emerge come la presenza delle società italiane all’estero (a controllo italiano) sia “rilevante e geograficamente diffusa”. I dati si riferiscono al 2019, ma a causa del Covid, non si sono discostati di molto nel 2020 e 2021. Secondo l’analisi riportata dall’Annuario, erano 24.765 le imprese controllate italiane presenti in 174 Paesi, impiegavano 1,6 milioni di addetti e fatturavano 567 miliardi di euro. Tra queste, le imprese manifatturiere erano 6.916 e impiegavano quasi 866mila addetti, con un fatturato di 247 miliardi.
Per quanto riguarda l’export, secondo l’Annuario, le aziende controllate italiane all’estero che hanno esportato nel 2021 sono state 136mila, contro le 127.265 del 2020. Sotto il profilo, invece, del peso delle esportazioni delle imprese appartenenti a gruppi multinazionali esteri, l’edizione 2022 del Rapporto Istat sulla competitività dei settori produttivi, mostra come anche questo sia aumentato, in considerazione del fatto che i grandi gruppi hanno reagito meglio alla crisi innescata dalla pandemia. Nel 2021 le imprese a controllo estero hanno realizzato il 79,9% dell’export di prodotti farmaceutici, il 70% di quello degli autoveicoli, il 49,9% dell’export dei prodotti della raffinazione e il 48,9% di prodotti chimici.
Eccellenze italiane nel mondo: il food
Un record per l’export è stato segnato in particolare dal food made in Italy, che nel 2022 ha raggiunto la quota di 60 miliardi, anche se preoccupano gli effetti del conflitto in Ucraina con i rincari energetici che stanno penalizzando molti settori economici. Il dato riportato da un’analisi di Coldiretti sulla base dei dati Istat mostra un incremento del +19,5% per questo settore. Sempre nel 2022 particolarmente positiva è stata la performance del biologico. L’export dei prodotti agroalimentari bio made in Italy sui mercati internazionali ha infatti raggiunto i 3,4 miliardi di euro, facendo segnare un +16% rispetto all’anno precedente.