Mercato dei semiconduttori in Italia e nel mondo

Con l'elettronica è cresciuta anche l'industria dei semiconduttori

Da alcuni anni, con l’esplosione dell’elettronica, l’industria dei semiconduttori - con i circuiti integrati, o microchip - è diventata fondamentale per milioni di prodotti, dai computer agli elettrodomestici, dai dispositivi medici ai telefonini e alle automobili fino, più recentemente, ad alcune tecnologie applicate all'agricoltura.

Dal momento che tutti i moderni prodotti tecnologici richiedono chip, la crisi che da un paio di anni sta interessando il mercato dei semiconduttori, sta determinando forti ripercussioni su più di 160 diversi settori economici. Una crisi che sta mettendo a rischio anche la produzione di bancomat e carte d’identità elettronica e della nuova tessera sanitaria con microchip.

Ma i semiconduttori cosa sono? Si tratta di, materiali a base di silicio o germanio, con caratteristiche elettriche particolari e con proprietà intermedie tra isolanti e conduttori che sono alla base della realizzazione dei microprocessori.

In questa generale emergenza i settori della tecnologia, della telefonia e in particolare delle auto restano comunque i più penalizzati. Riguardo a quest’ultimo comparto, se si pensa che un’auto ha circa 1.400 chip di serie - ma può raggiungere anche un massimo di 3.000 chip al suo interno - è facile capire la portata del danno che la carenza di forniture da parte dell’industria dei semiconduttori sta creando.

Le cause della crisi dell’industria dei semiconduttori

La crisi nel mercato dei semiconduttori è in realtà determinata dalla somma di più fattori ed eventi negativi che hanno portato nel tempo ad influenzare pesantemente molti altri settori economici. Una crisi che ha le sue origini nel 2018 quando l’allora presidente degli Stati Uniti Trump diede il via alla cosiddetta “Trade War” con la Cina applicando pesanti sanzioni e misure restrittive all’industria dei semiconduttori. Nel 2020 si è aggiunto il tremendo impatto della pandemia che ha portato ad un enorme incremento della domanda di dispositivi tecnologici. Una domanda a cui la fornitura di chip non è riuscita a far fronte. E arriviamo ad oggi, con il conflitto russo-ucraino che ha dato un’ulteriore spallata al settore e alle filiere che da esso dipendono. L’Ucraina, infatti, è uno dei principali esportatori di C4F6 e di neon, gas fondamentali per il funzionamento delle tecnologie laser utilizzate per incidere i wafer di silicio da cui si producono i chip. E l’Ucraina è anche uno dei maggiori esportatori di krypton e xenon utilizzati sempre nell’industria dei semiconduttori. La Russia invece esporta il 40% della produzione globale di palladio anche questo necessario per la produzione dei chip. 

Le iniziative dei governi per fare fronte alla crisi

In seguito alla difficoltà di reperire le materie prime, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha approvato il “Chips Act” con il quale si dà il via ad un investimento tra i 43 e i 45 miliardi di euro per la produzione europea di semiconduttori. Il Chips Act europeo si concentrerà su cinque aree:

  • la ricerca, ambito in cui l’Europa rappresenta già un’eccellenza;
  • l’innovazione industriale;
  • la creazione di impianti di produzione avanzati;
  • il sostegno alle aziende anche più piccole;
  • la sicurezza delle catene di approvvigionamento.

Allo stesso modo sul fronte americano, per aumentare la competitività con la Cina, Joe Biden ha approvato un “suo” Chips and Science Act che prevede 52 miliardi di sussidi alle aziende che produrranno chip negli Stati Uniti e miliardi di dollari in sgravi fiscali per incoraggiare la ricerca scientifica e gli investimenti nel settore. Ma non basta. Gli USA hanno anche rafforzato il legame con 3 Paesi asiatici (Corea del Sud, Giappone e Taiwan) definendo l’accordo del “Chip 4” con conseguente inasprimento della tensione con la Cina e agitazione delle Borse mondiali.

Per quanto riguarda l’Italia, il Governo ha messo a disposizione delle aziende produttrici di microchip oltre 700 milioni di euro per incentivare la ricerca e la produzione anche in Italia e in Europa. Il Ministero dell’economia e il Ministero della Salute hanno poi deciso d’intesa di avviare la realizzazione di una nuova tessera sanitaria senza microchip. Le nuove tessere varranno per il Codice Fiscale e come Tessera Europea di Assistenza Malattia (Team), ma non avranno le funzioni della Carta Nazionale dei Servizi, non potranno quindi essere utilizzate per i servizi online di identificazione e firma elettroniche nei rapporti con le Pubbliche Amministrazioni.

La produzione di queste tessere dovrebbe andare avanti fino al 2024. Ma la mancanza di semiconduttori sta creando difficoltà anche all’emissione delle carte d’identità elettroniche: grazie al microchip queste carte memorizzano i dati personali del titolare (foto e impronte digitali) e tutte le informazioni che ne consentono l’identificazione online. Tali dati sono firmati digitalmente dal Ministero dell’Interno e resi pertanto immutabili. La carta d’identità elettronica ha infatti numerosi vantaggi e soprattutto, garantendo l’identità fisica e digitale del titolare e utilizzando evoluti standard di sicurezza e anticontraffazione, è un documento assolutamente sicuro.

Le prospettive future

Se ci sono segnali di un lieve miglioramento della crisi a seguito della diminuzione dei prezzi di alcuni tipi di chip, è anche vero che questa tendenza non è uniforme e in quei settori che hanno sofferto di più, come l’automobilistico e le telecomunicazioni, la ripresa è ancora lontana. Secondo gli esperti ci saranno dei miglioramenti nel corso del 2023, ma si riuscirà a mettere la crisi alle spalle non prima del 2024. L’Associazione europea dei produttori di automobili hanno previsto che in UE le immatricolazioni di auto torneranno a salire entro quest’anno per raggiungere 10,5 milioni di unità, un livello però ancora al di sotto del 20% rispetto a quello pre-crisi. Una situazione che mostra la grande vulnerabilità della catena di approvvigionamento dei semiconduttori e la pericolosa dipendenza che ormai molti comparti economici hanno nei confronti di questi materiali, un’industria che in poco tempo è cresciuta in modo esponenziale.